Riunendo l’indivisibile: Verso una visione integrata della Salute (mentale)

Pubblicato il 22 aprile 2023 alle ore 20:20

 

“La vita non è essere vivi,

ma stare bene.” [1]

(Marziale, 1919, p. 402)

 

 

Al giorno d’oggi, nei più disparati luoghi e circostanze si può sentire parlare di ‘salute mentale’ e dell’importanza di preservarla, salvo poi stigmatizzare nei fatti chi richiede un aiuto professionale (psicologico, psicoterapico, psichiatrico) prima di perderla o per recuperarla (la salute).

 

Parte di tale discrepanza tra il dire e il fare potrebbe essere figlia di una idea non proprio chiarissima di quale sia la defininizione comunemente accettata non già di salute mentale ma addirittura del concetto di ‘salute’, della quale essa è parte.

 

Un classico adagio recita: “Quando si ha la salute si ha tutto” (Strafforello, 1883, ‘salute’, p. 467), ma cosa si intende oggi esattamente col termine ‘salute’?


Ne ‘Health Promotion Glossary’ troviamo scritto quanto segue: “La salute è definita nella costituzione dell'OMS del 1948 come: Uno stato di completo benessere fisico, sociale e mentale, e non semplicemente l'assenza di malattia o infermità. Nell'ambito della promozione della salute, la salute è stata considerata meno come uno stato astratto e più come un mezzo per un fine che può essere espresso in termini funzionali come una risorsa che consente alle persone di condurre una vita individualmente, socialmente ed economicamente produttiva. La salute è una risorsa per la vita quotidiana, non l'oggetto della vita. È un concetto positivo che sottolinea le risorse sociali e personali, nonché le capacità fisiche.” [2](W.H.O./H.P.R./H.E.P., 1998, p. 1)

 

Questa visione complessa ha spinto Engels (1977) all’ideazione del modello ‘bio-psico-sociale’, nel quale la salute, a differenza del precedente modello biomedico, non è vista più come qualcosa che riguardi la sola sfera biologica, allo scopo di prevenire o togliere il malessere, ma come il prodotto dell’interazione fra le sfere biologica, psicologica e sociale, ciascuna connessa con le altre di modo che, come afferma la psicoterapia gestaltista: “la totalità è più/più grande della somma delle sue parti.”[3] (Levi e Levine, 2012, p. 7)

 

Quando il sistema di equilibrio fra queste forze si inceppa, magari a causa di un cambiamento nelle richieste dell’ambiente che ad un certo punto superano la capacità dell’individuo di farvi fronte, sorge spesso un disagio che può manifestarsi sotto forma di più o meno sintomi, più o meno gravi: eccoci di fronte alla comparsa dei primi segni di perdita di salute mentale, che possono evolvere in malattia.

 

A tale proposito, sfrutterò la definizione di cosa sia ‘malattia mentale’ e cosa non lo sia, secondo il più influente manuale diagnostico dei disturbi mentali, il DSM, nella sua più recente edizione (V): “Un disturbo mentale è una sindrome caratterizzata da disturbi clinicamente significativi della cognizione individuale, della regolazione delle emozioni o del comportamento che riflette  una disfunzione nei processi psicologici, biologici o dello sviluppo soggiacenti al funzionamento mentale. I disturbi mentali sono generalmente associati a disagio o disabilità in attività sociali, lavorative o altre attività importanti. Una risposta prevedibile o culturalmente approvata a un comune fattore di stress o perdita, come la morte di una persona cara, non è un disturbo mentale. Il comportamento socialmente deviante (per esempio, politico, religioso o sessuale) e conflitti che sono principalmente tra l'individuo e la società non sono disturbi mentali a meno che la devianza o il conflitto derivino da una disfunzione nell'individuo, come descritto sopra.”[4] (APA, 2013, p. 20)

 

Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (W. H. O., 2022) l’insieme formato da disturbi mentali, neurologici o collegati all’uso di sostanze, rappresenta il 10% del totale delle malattie della popolazione umana, colpendo poco meno di un miliardo di persone[5]. Sfortunatamente, a fronte di numeri così alti non corrisponde un’adeguata quantità di risorse, soprattutto nei paesi ‘non sviluppati’, ed anche in quelli più sviluppati, in una condizione emergenziale come la pandemia da Covid-19, i servizi sono andati sotto stress, a causa di un aumento dell’incidenza di ansia e depressione e conseguente richiesta di supporto.

 

Di fronte ad una situazione nella quale il servizio pubblico può non riuscire a fornire sempre ed omogeneamente sul territorio risposte efficaci alle richieste di supporto per problemi di salute mentale ed il ricorso al privato non è alla portata di tutti, è di capitale importanza fare prevenzione in un’ottica integrata.

 

In tal senso Valerio Rosso (2023) ha elaborato il modello ‘Lifestyle Psychiatry’, un insieme di pratiche che, agli interventi classici di tipo psicologico e farmacologico affianca un intervento basato su cinque categorie di interesse: attività fisica; alimentazione; sonno; gestione delle sostanze d’abuso; regolarizzazione dello stress. Per ognuna di queste categorie l’individuo, compatibilmente con le proprie possibilità e storia clinica (ogni persona è un universo a sé, e come tale le indicazioni generali vanno sempre calibrate come un vestito su misura) può dedicarsi alla ricerca e gestione di uno stile di vita più salutare per l’organismo, che avrà inevitabilmente ripercussioni sulla salute mentale.

 

Da un punto di vista più strettamente psicologico, ritengo che la prima azione da compiere sia fare proprio il motto classico nosce te ipsum/γνῶϑι σεαυτόν[6] (conosci te stesso) e metterlo in pratica in maniera estesa, cominciando cioè a fare caso alle proprie reazioni spontanee nei linguaggi di esistenza[7], a verificare quanto tali reazioni siano coerenti con quanto in modo riflesso stabiliamo che dovremmo/vorremo agire e decidere, nel caso ci fosse incoerenza, se volerci impegnare a comportarci in maniera differente.

 

Sebbene Pablo Fernàndez-Beccoral scriva un po’ troppo lapidariamente: “<<Conosci te stesso.>> […], si fa presto a dirlo, ma si tratta in realtà di una sfida per persone coraggiose. Non è per niente facile, perché le persone non desiderano realmente conoscersi. Sapere chi siamo porta con sé il pericolo potenziale di scoprire una persona che non ci piace. Per questo, tra la cruda verità e la dolce ignoranza, scegliamo la seconda opzione. La verità può risultare insopportabile.” (2021, p. 126), la realtà è per fortuna differente.

 

Pur riconoscendo che probabilmente la maggior parte delle persone trova difficile, se non impossibile, addentrarsi nei meandri del proprio mondo interiore senza esserne terrorizzate – a volte per timore di conoscere parti di sé sgradite, altre per il  terrore di conoscere parti di sé gradite – bisogna ammettere che la volontà, più del coraggio, permette agli individui di fare grandi cose, compreso esplorare sé stessi, secondo il connubio capacità/volontà: i clienti che si affacciano alla psicoterapia in modo preventivo – compiendo quella che io chiamo ‘igiene psicologica’[8] – ne sono un esempio.

 

Sebbene io ritenga in caso di prevenzione del tutto auspicabile – ed in caso di sofferenza e/o disadattamento marcati tutt’affatto necessario – l’affidarsi ad un professionista, quando risorse o volontà mancano, è comunque possibile prendersi cura di se stessi, attraverso buone pratiche e buone abitudini.

 

 

 

BIBLIOGRAFIA

 

  • American Psychiatric Association (APA) (2013). Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders Fifth edition (DSM-5). American Psychiatric Publishing. Washington (DC).
  • Engel G. L. (1977). The need for a new medical model. A challenge for biomedicine. Science 196, pp. 129-136.
  • Ariano, G. (2000). Diventare uomo: 2. L’antropologia della psicoterapia d’integrazione strutturale. Armando. Roma
  • Fernàndez-Beccoral, P. (2021). Intelligenza emotiva: imparare a gestire le emozioni (trad. it. del materiale originale del 2017, Annachiara Cavallone). Emse. Milano.
  • Levi, J. and Levine, T. B. (2012). Gestalt in the new age. In Levine, T. B. (Edited by) Gestalt theraphy: Advances in theory and practice. Routledge. New York.
  • Marziale, M. V. (1919). Epigrams. Heinemann. New York. Edizione originale 86 - 102 D.C.. [9]
  • Rosso, V. (2023). Psiq: Salute mentale: Istruzioni per l’uso. Amazon Digital Services LLC.[10]
  • Strafforello, G. (a cura di) (1883). La sapienza del Mondo: ovvero Dizionario universale dei proverbi di tutti I popoli. Volume terzo. Ed. A. F. Negro. Torino.
  • World Health Organization (1998). Health Promotion Glossary. 98 (01). Printed in Swizerland. On line version: https://www.who.int/publications/i/item/WHO-HPR-HEP-98.1
  • World Health Organization (2022). World health statistics 2022: monitoring health for the SDGs, sustainable development goals.[11]

 

 

[1] Traduzione mia dell’originale, presente nel Libro VI (70:15): “Non est vivere, sed valere vita est.”

[2] Traduzione ed adattamento miei dell’originale: “Health is defined in the WHO constitution of 1948 as: A state of complete physical, social and mental well-being, and not merely the absence of disease or infirmity. Within the context of health promotion, health has been considered less as an abstract state and more as a means to an end which can be expressed in functional terms as a resource which permits people to lead an individually, socially and economically productive life. Health is a resource for everyday life, not the object of living. It is a positive concept emphasizing social and personal resources as well as physical capabilities.”

[3] Traduzione e adattamento miei dell’originale: “the whole is more/greater than the sum of its parts.”

[4] Traduzione e adattamento miei del brano: “A mental disorder is a syndrome characterized by clinically significant disturbance in an individual’s cognition, emotion regulation, or behavior that reflects a dysfunction in the psychological, biological, or developmental processes underlying mental functioning. Mental disorders are usually associated with significant distress or disability in social, occupational, or other important activities. An expectable or culturally approved response to a common stressor or loss, such as the death of a loved one, is not a mental disorder. Socially deviant behavior (e.g., political, religious, or sexual) and conflicts that are primarily between the individual and society are not mental disorders unless the deviance or conflict results from a dysfunction in the individual, as described above.”

[5] Considerato che la popolazione mondiale nel 2022 si aggirava di poco sotto agli otto miliardi, stiamo parlando di una persona su otto. Per approfondimenti statistici sulla popolazione umana, suggerisco:

https://www.worldometers.info/world-population/

[6] Per approfondimenti, suggerisco:

https://www.treccani.it/vocabolario/nosce-te-ipsum/

https://grecoantico.it/blog/conosci-te-stesso

[7] Il Modello Strutturale Integrato (Ariano, 2000) postula l’esistenza di quattro linguaggi: corporeo; emotivo; fantastico; razionale.

[8] Per ‘igiene psicologica’ intendo la messa in campo di un’attenzione attiva verso il proprio stare con sé stessi, gli altri ed il mondo per imparare a conoscersi attraverso le proprie reazioni nei vari contesti, con le varie persone, onde poterle così assecondare (le reazioni) od organizzarsi al fine di evitarle sul momento, cercando sulla lunga distanza di modificarle.

[9] Collegamento: https://archive.org/details/martialepigrams01martiala/page/402/mode/2up?ref=ol&view=theater&q=valere

[10] Per approfondimenti suggerisco il canale Youtube del Dr. Rosso: https://www.youtube.com/@ValerioRosso

[11] Collegamento (vedi in particolare p. 65): https://www.who.int/publications/i/item/9789240051157