- UN PROLISSO PREAMBOLO
“Se non conosci i nomi,
anche la conoscenza delle cose muore.”[1]
(Linnaeus[2], 2005, p. 168)
Una delle definizioni che il vocabolario Treccani attribuisce al termine ‘nome’ è: “In senso ristretto, e nell’uso com., il sostantivo, cioè il vocabolo che serve a designare una singola persona, un singolo animale, una singola cosa, o una classe di persone, animali o cose” (AA.VV.; s.d.).
In diversi luoghi, tempi e culture, il ruolo del nome e l’atto del nominare, sono stati tenuti in grande considerazione, tanto da essere parte di miti fondativi.
Nella Mezzaluna fertile, agli albori della storia umana, si parlavano, fre le altre, delle lingue di ceppo semitico, tra le quali accadico ed ebraico antico. Nelle lingue summenzionate la parola ‘nome’ è molto simile: in ebraico è ‘שֵׁם’, translitterato ‘shem’, ed in accadico ‘šumu’, translitterabile come ‘shumu’.
In ebraico antico fu redatta, intorno al V secolo a.C. (Oliver, 2017), la ‘Genesi’, parte della ‘Bibbia’, nella quale leggiamo: “E il Signore Dio plasmò dalla terra tutti gli animali dei campi e tutti gli uccelli del cielo, e li condusse all'uomo per vedere come li avrebbe chiamati; ed in qualunque modo l'uomo chiamava ogni essere vivente, quello sarebbe stato il suo nome. E l'uomo diede un nome a tutto il bestiame e agli uccelli del cielo e a tutte le bestie dei campi, ma l'uomo non trovò un aiuto che gli fosse simile”[3] (AA.VV.; s.d.; vv. 2:19-20)
Circa quattro secoli prima, intorno al IX secolo a. C., a giudicare dai ritrovamenti – sebbene è possibile che esistesse già precedentemente in forma orale – era stato redatto in lingua accadica l’Enûma Eliš, la genesi babilonese (Frahm, 2010).
Esso principia come segue: “Quando in alto il cielo non era (ancora) stato nominato, (ed) in basso la terra non era (ancora) stata chiamata con un nome; (quando) Apsû la primordiale, la loro generatrice, Mummu, (e) Tiâmat, colei la quale li generò tutti, (ancora) mescolavano insieme le loro acque, E nessun pascolo era stato formato (e) non si vedeva (nemmeno) una palude di canne; quando nessuno degli (altri) dei era stato portato all'esistenza, (quando) non erano (ancora) stati chiamati coi (loro) nomi (ed i loro) destini non erano (ancora) stati fissati, (In quel momento) gli dei furono creati al loro interno. Laḫmu e Laḫâmu vennero all'esistenza; furono chiamati coi (loro) nomi.”[4] (Heidel, 1951, p. 18, vv. 1-10)
Allo stesso modo nell’antico Giappone, luogo molto distante dal precedente: “Ci fu un tempo, prima dell’origine del concetto stesso di tempo, in cui non esisteva nulla. […] Non vi era nulla che potesse essere distinto e chiamato per nome e nessuno che lo nominasse.” (Palau, 2023, p. 7)
Ancora oggi, l’importanza del ‘nome’ è un tema presente in opere letterarie celebri, pensiamo ad esempio ai lavori di J. R. R. Tolkien[5], come ‘Il signore degli anelli’, o al ‘Ciclo di Terramare’ di Urusala K. Le Guin[6]. In particolare, quest’ultima autrice si rifà a quel tipo di pensiero magico secondo il quale il legame tra il nome – o la parola in generale – e ciò che designa non è arbitrario.
Tale connessione sarebbe tanto reale che, agendo sul nome, si agirebbe su chi lo porta. Pertanto il vero nome di un individuo o di una cosa va celato ai più, giacché chi ne viene a conoscenza ottiene un potere su di esso (Lewis, 1996).
In realtà i nomi che, a seconda degli ambiti, dei tempi, delle culture, attribuiamo a viventi e non viventi non hanno una connessione intrinseca con ciò che servono a chiamare, ma rappresentano per così dire ‘un titolo’, al quale, per convenzione più o meno ampia si fanno risalire certe caratteristiche; su questa scia il lavoro di Tolkien, non a caso linguista ed accademico, il quale attribuiva ai suoi personaggi diversi nomi, i quali sovente ne descrivevano caratteristiche peculiari.
Stessa cosa accade nelle scienze naturali: la nomenclatura, che segue regole dettate in prima istanza da Linneo, padre della moderna Sistematica[7], avviene attraverso l’indicazione parziale di alcune caratteristiche salienti della soggetto.
Si pensi ad esempio al Tilacino[8], l’unico marsupiale carnivoro di medio-grandi dimensioni sopravvissuto in tempi storici, estintosi a causa dell’uomo nel 1936, il cui nome scientifico è ‘Thylacinus Cynochephalus’, ossia ‘cane col marsupio dalla testa di cane’[9] (Garrod, 2023), ad indicarne la notevole somiglianza, frutto di convergenza evolutiva[10], coi cani, con l’aggiunta dell’elemento fondamentale del suo essere un marsupiale, la presenza, appunto, di un marsupio.
- UNA COPIOSA CONSIDERAZIONE
A cosa serve ‘dare nome’ al di fuori del mondo magico o di quello scientifico?
Immaginiamo di assistere, per strada, ad una scena di questo tipo: una donna anziana si contende una borsetta con un ragazzo. La donna, mentre cerca di portarsi la borsetta al petto, chiede aiuto; il giovane le urla qualche epiteto e poi la strattona, accaparrandosi la borsa, quando la malcapitata perde l’equilibrio e la presa, per poi dileguarsi di gran carriera.
I nostri organi di senso – occhi ed orecchie soprattutto – hanno acquisito i vari elementi della scena, li hanno trasmessi al cervello, ed esso, sfruttando quanto già conosce del mondo, ha etichettato il tutto.
Abbiamo probabilmente assistito ad un furto (l’evento), perpetrato da un ladro (il ragazzo), ai danni di una vittima (la signora). In futuro, con l’acquisizione di nuovi dati, il nostro punto di vista potrebbe cambiare, ma per ora questi sembrano dei nomi congruenti.
Avere dato ‘nome’ a ciò che è occorso ed alle persone coinvolte, fa sì che ad esempio noi possiamo formulare più agevolmente un giudizio, a seconda della nostra storia ed inclinazioni e magari porre in essere anche delle azioni in tal senso: potremo ad esempio scegliere se prestare soccorso alla signora o facilitare la fuga del ragazzo, a seconda se giudichiamo positivamente o meno i ladri.
Questa scena – o altre assimilabili – potranno venirci in mente quando leggeremo o verremo a parte che in determinati luoghi dove dobbiamo recarci avvengono furti, e ciò potrà farci pensare anche a quali accortezze adottare per cercare di prevenire tali spiacevoli situazioni o difenderci.
Ancora, se rivedessimo per strada il ragazzo che abbiamo riconosciuto come ladro, potremmo mettere in atto comportamenti volti a tutelare noi stessi e gli altri, o magari avvicinarlo per proporgli di partecipare con noi a pratiche delittuose: al solito, il giudizio è successivo al dare nome e dipende dalla nostra visione del mondo.
Dare nome implica dare un titolo ad un insieme di elementi uniti secondo una data struttura, chiamare all’esistenza ciò che nominiamo, farlo passare in primo piano come figura rispetto allo sfondo indistinto[11].
Una volta dato nome, siamo pronti a dare un giudizio, positivo o negativo a seconda di quanto riteniamo positivo o negativo per la nostra sopravvivenza ciò che porta quel nome; a questo punto potremo decidere cosa fare e se prenderci la responsabilità di farlo.
Talvolta si è incapaci di dare nome; se ciò avviene solo in situazioni nelle quali abbiamo a disposizione poche informazioni e/o confuse, ciò è del tutto normale, e la soluzione è rappresentata dalla ricerca di ulteriori e più chiari elementi per farsi un’idea.
Se invece si nota una generale difficoltà nel dare nome ad un certo tipo di eventi, pur avendo raccolto sufficienti elementi, è possibile che questa difficoltà sia frutto del ‘non volere’ più che del ‘non potere’.
A volte non vogliamo dare nome alle cose, perché sennò saremmo costretti a vederle per quelle che sono: una moglie fedifraga, una datore di lavoro sfruttatore, una relazione tossica, una teoria complottista, se non vengono chiamate per nome, non ci costringono a fare i conti con esse.
La nebbia dell’indeterminazione può essere molto comoda e rassicurante, ma è un impedimento grave verso lo sviluppo di noi stessi; un impedimento che alla lunga non funziona più, e ci trova persi dinanzi alla verità, senza poterci più nascondere ed, al contempo, senza essere allenati ad affrontarla.
BIBLIOGRAFIA
- Frahm, E. (2010). Counter-texts, Commentaries, and Adaptations: Politically motivate responses to the Babylonian Epic of creation in Mesopotamia, the biblical World, and Elsewhere. Orient: Reports of the Society for Near Eastern Studies in Japan. 45; pp. 3-33.
- Garrod, B. (2023). Extinct Thylacine: The Story of life on Earth. First published in the UK in 2022. Zephyr books. London.
- Heidel, A. (1951). The Babylonian Genesis. 2nd of the original (1942). University of Chicago Press. Chicago.
- Linnaeus, C. N. (2005) Philosophia Botanica. Traduzione di Stephen Frier (2003) del e con l’originale in lingua latina (1751). Oxford University Press. New York.
- Oliver, S. (2017). Creation. Bloomsbury Publishing. London.
- Palau, C. (2023). La creazione del mondo. Traduzione italiana di Diego Tronca. RBA Italia. Milano.
SITOGRAFIA
- AA. VV. (s.d.). The Complete Jewish Bible: Bereshit/Genesis.[12]
- Lewis, G. (1996). Magia. Enciclopedia delle scienze sociali. Treccani.[13]
- Treccani (s.d.). Nóme.[14]
[1] Traduzione mia del passaggio: “Nomina fi nefcis, perit & cognitiorerum” (letto: Nomina si nescis, perit et cognitiorerum).
[2] Carl Nisson Linnaues, più noto in Italia come Carlo Linneo, padre della moderna classificazione scientifica dei viventi.
[3] Traduzione mia dei passi della ‘Bereshit’ (Genesi): “And the Lord God formed from the earth every beast of the field and every fowl of the heavens, and He brought [it] to man to see what he would call it, and whatever the man called each living thing, that was its name. And man named all the cattle and the fowl of the heavens and all the beasts of the field, but for man, he did not find a helpmate opposite him.”
Per approfondimenti (interlineare): https://biblehub.com/interlinear/genesis/2.htm
[4] Traduzione mia della versione inglese di Alexander Hidel: “When above the heaven had not (yet) been named, (And) below the earth had not (yet) been called by a name; (When) Apsû primeval, their begetter, Mummu, (and) Tiâmat, she who gave birth to them all, (Still) mingled their waters together, And no pasture land had been formed (and) not (even) a reed marsh was to be seen; When none of the (other) gods had been brought into being, (When) they had not (yet) been called by (their) name(s, and their) destinies had not (yet) been fixed, (At that time) were the gods created within them. Laḫmu and Laḫâmu came into being; they were called by (their) names.”
Per approfondimenti (testo accadico a fronte): https://www.ebl.lmu.de/corpus/L/1/2/SB/I
[5] Si pensi ai tanti nomi ne ‘Il signore degli anelli’, dei quali spesso l’autore indica il significato.
Per un breve approfondimento, suggerisco:
- https://tolkien.ro/text/JRR%20Tolkien%20-%20Guide%20to%20the%20Names%20in%20The%20Lord%20of%20the%20Rings.pdf
- https://www.youtube.com/watch?v=E91sCPZOwMA&t=495s
- https://www.youtube.com/watch?v=KyXSPDX14WU
[6] Per un piccolo approfondimento sul significato del ‘vero nome’, suggerisco:
- https://www.youtube.com/watch?v=pJq3AhYKF08&t=1105s
- https://www.youtube.com/watch?v=A7dVCmCudEs
[7] Ramo delle scienze naturali che si occupa della classificazione e delle parentele dei viventi.
Per un piccolo approfondimento, suggerisco:
https://www.skuola.net/biologia/nozioni-basilari/sistematica.html
[8] Immagini degli ultimi tilacini in cattività:
https://www.youtube.com/watch?v=HBeAI5Vbl4A
[9] Per un breve approfondimento, suggerisco:
- https://www.knowyourmammals.com/mammal-identification/thylacine-thylacinus-cynocephalus/
- https://recentlyextinctspecies.com/thylacine-archive/thylacine-nomenclature-etymology
[10] Fenomeno per il quale organismi geneticamente distanti, in risposta a stimoli ambientali simili, sviluppano forme simili.
Per approfondimenti, suggerisco: https://www.microbiologiaitalia.it/ecologia/convergenza-evolutiva/
[11] Il richiamo qui è al concetto di figura/sfondo nell’ambito della Psicologia della Gestalt.
Per approfondimenti, suggerisco: https://nadianordera.com/i-principi-della-gestalt-principio-della-figura-di-sfondo-o-contrasto/
[12] https://www.chabad.org/library/bible_cdo/aid/8166/jewish/Chapter-2.htm
[13] Collegamento (si veda in particolare ‘Il pensiero magico: Il potere magico delle parole’): https://www.treccani.it/enciclopedia/magia_%28Enciclopedia-delle-scienze-sociali%29/
[14] https://www.treccani.it/vocabolario/nome/
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