- Quia verbum ‘psicoterapia’ equivucum est
“Non vediamo le cose come sono,
le vediamo come siamo.”
(Nin, 1961, p. 145)[1]
Sempre di più oggigiorno sentiamo parlare della parola ‘psicoterapia’, e se proviamo ad informarci in merito, soprattutto da non addetti ai lavori, rischiamo di raccogliere tutto ed il contrario di tutto (o quasi). Anche avere a che fare coi professionisti della salute non sempre aiuta a chiarirci completamente le idee: ciò è possibile “perché la parola ‘psicoterapia’ è equivoca”.[2]
Se prendiamo la prima parte della ricca definizione che ne dà il vocabolario on line dell’enciclopedia Treccani (s.d.):
“Ogni forma d’intervento terapeutico nei confronti di disturbi mentali, emotivi e comportamentali, impostato e condotto a termine con tecniche psicologiche (alle quali può aggiungersi il complemento farmacologico), ispirato a principî e metodi diversi, con il fine di migliorare l’adattamento dei pazienti all’esistenza e alla realtà circoscrivendo cause e natura di disadattamenti, conflitti, situazioni critiche”.
Notiamo come, nel compiere lo sforzo di trovare una formula comune, non ci si sia comunque potuti esimere dal segnalare che l’intervento psicoterapico può essere ispirato a principi e metodi diversi. Nella seconda parte della spiegazione del lemma troviamo poi una serie di esempi di modelli psicoterapici e loro caratteristiche.
Potrebbe a questo punto sorgere il dubbio se non sarebbe meglio parlare di ‘psicoterapie’. È mio parere che ciò dipenda dal livello. Ad un livello essa è una, condividendo tutti i modelli l’oggetto di intervento (l’essere umano) e lo scopo (farlo stare meglio al mondo).
Ad un altro livello esse sono molteplici, poiché ciascun modello si fonda su un ‘orizzonte’, cioè l’idea che chi lo ha prodotto ha dell’uomo sano, degli elementi che ne favoriscono la malattia e la guarigione (Ariano, 2019; 2000).
Quando, ancora studente universitario, ho deciso che ‘da grande avrei fatto lo psicoterapeuta’, tra i molti modelli esistenti la mia storia mi ha permesso di ‘incontrarne’ alcuni, fra i quali ho scelto di specializzarmi in quello che ho ritenuto il più adatto alla mia crescita, il Modello Strutturale Integrato. Di esso e delle sue peculiarità tratterò di seguito.
- La psicoterapia secondo M.S.I.
“L’obiettivo dell’intervento psicoterapeutico è quello di aiutare l’altro,
gli altri, ad assumere meglio le proprie possibilità e la propria libertà.”
(Benasayag e Schmit, 2003; trad. it. 2004, p. 106)
La psicoterapia secondo il Modello Strutturale Integrato (M.S.I.) è la scienza che ha per oggetto l’essere umano sofferente, che non riesce ad approdare ad una funzionale visione riflessa di sé e del mondo in base a cui prendere le decisioni per orientare la sua vita, e per scopo il raggiungimento di una integrazione armonica di quest’ultimo, tale da facilitarne l’autosviluppo, la creatività e la felicità, in base alla sua formula strutturale (organizzazione di sé derivata dalla proprie esperienze bio-psico-sociali)[3], alle capacità personali e relazionali, alla volontà e possibilità di scelta[4] (Marchesiello, 2009; Ariano, 2019).
La psicoterapia M.S.I. è anche definita ‘scienza dell’esperienza’: soggetta a regole in quanto scienza, è conscia che esse mutano col mutare dell’oggetto di studio (Ariano, 2019). Essa postula infatti che la verità sia una ipotesi umana e come tale superabile e limitata, visibile sotto differenti sfumature a seconda del soggetto che la cerca. In tale ottica le verità scientifiche non sono una più vera dell’altra; sono piuttosto i soggetti che le cercano, secondo le proprie capacità, a costruire modelli tanto più complessi quanta più realtà riescono ad includere. Ne consegue che i modelli che rispettano le leggi della logica sono tutti veri, ma non equivalenti: i modelli che partono da premesse più ampie sono più veri (Ariano, 2000).
Tra le tre grandi correnti della psicoterapia[5], cognitivo-comportamentale, psicodinamica e fenomenologico-esistenziale, il Modello Strutturale Integrato si situa all’interno di quest’ultima della quale riconosce i pregi (l’importanza data alla soggettività consapevole e verbale) ed i limiti (il trascurare ciò che è inconsapevole e non verbale), per sopperire ai quali integra, secondo un modello gerarchico, elementi delle altre due (Ariano, 2009).
Tale modello riconosce e rispetta l’identità e l’importanza di ogni modello al suo livello logico, col suo orizzonte e la sua formula strutturale, e ritiene che esso venga integrato come parte di quello ad esso superiore – più complesso – nell’orizzonte e nella formula strutturale di quest’ultimo. Quando ad esempio in un modello più complesso vengono usati metodi e tecniche di un modello meno complesso, essi sono simili nella pratica, ma adottati in un orizzonte diverso (Ariano, 2019).
M.S.I. colloca ad un primo livello il comportamentismo, dal quale prende la visione atomistica/sommatoria, il rilievo posto sul comportamento osservabile e sull’apprendimento. Ad un livello superiore pone il cognitivismo, dal quale mutua la visione strutturale, secondo la quale comportamento ed apprendimento vanno declinati ed acquisiscono specifici significati in base alle strutture di riferimento. Al livello successivo pone la corrente psicodinamica, che aggiunge alle strutture del cognitivismo l’identificare l’uomo come una struttura che dispone di conscio ed inconscio[6], che funzionano secondo il modo digitale ed analogico[7] (ivi). Al livello logico superiore M.S.I. colloca la corrente fenomenologico/esistenziale, che valorizza soggettività ed intersoggettività libere e responsabili (Ariano, 2009).
- L’uomo secondo M.S.I.
“Una persona fa la sua comparsa
entrando in relazione con altre persone.”
(Buber, 1942, p. 62)
La medesima gerarchia è naturalmente applicabile anche all’idea che le correnti psicoterapiche hanno del loro oggetto d’interesse precipuo, l’essere umano. Esso potrà essere visto ai primi livelli come organismo determinato da quanto ha appreso; al livello successivo come insieme di impulsi volti al soddisfacimento dei bisogni ed a quello superiore (fenomenologico-esistenziale) come soggetto in relazione, in cerca di un senso soggettivo della storia propria e della sua specie (Ariano, 2009).
Per M.S.I. l’essere umano è una totalità soggiacente al principio di identità e relazione[8], inserita in un orizzonte, che mette insieme diverse parti organizzate in modo gerarchico secondo una formula strutturale (livello del ‘sé come totalità’). Quando descriviamo la totalità o le singole parti, possiamo farlo in termini di linguaggio (livello dei ‘linguaggi di esistenza’)[9] (Ariano, 2000; 2019). I livelli successivi descrivono Il modo in cui l’individuo si relaziona con sé stesso e con gli altri (livello delle ‘posizioni esistenzali’)[10], come si rapporta alla realtà, alle proprie teorie, alle proprie azioni (livello degli ‘anelli della catena della vita’) [11] (Ariano, 2019).
Caratteristiche fondamentali dell’uomo sono la capacità di costruire teorie su di sé, sugli altri e sul mondo, la capacità di riconoscere l’altro come individuo con le stesse prerogative ed entrarvi in relazione, la libertà e la responsabilità. Privare un individuo di libertà e responsabilità significa depauperarlo della sua stessa umanità, rendendolo non dissimile da una macchina (Ariano, 2000; 2009).
- Lo psicoterapeuta secondo M.S.I.
“Il dialogo richiede metodologia,
fatica e fiducia.”
(Ariano, 2009, p. 41)
Lo psicoterapeuta M.S.I. è un professionista della salute mentale (abilitato al lavoro con singoli, coppie, famiglie, gruppi)[12] che si adopera per lo sviluppo della struttura di personalità del paziente tramite l’uso delle di lui esperienze di vita, al fine di rendere il soggetto più abile nel costruirsi visioni soggettive del mondo efficaci nel guidare le sue decisioni, nel rispetto di sé , dei suoi cari, e del grado di integrazione che ritiene necessario per sé. Verifica se il paziente si incarna in tutti i linguaggi, utilizza tutte le posizioni esistenziali e si muove in modo armonico nei diversi anelli della catena della vita. Purifica ciò che è disfunzionale, favorisce la nascita di ciò che manca ed integra ogni elemento in sé stesso ed in rapporto coi livelli logici, ristrutturando o destrutturando ove necessario (Ariano, 2019).
Per fare ciò, il terapista si muove tra il simbolico spontaneo ed il simbolico riflesso. A livello simbolico spontaneo può far eseguire tecniche di matrice cognitivo-comportamentale in un orizzonte fenomenologico-esistenziale, gettando le basi per un successivo apprendimento consapevole, in un soggetto libero e responsabile. A livello simbolico riflesso paziente e terapeuta interagiscono entrambi come individui, con la loro soggettività, libertà, responsabilità, costruendo[13] un rapporto che permette al paziente una ristrutturazione cognitiva, emotiva, corporea, sia a livello spontaneo che riflesso (ivi).
- Conclusioni: Divagazione linguistica sul tema
“Io posso diventare ciò che sarò
solo dubitando di ciò che sono.”
(Caramagna, 2020)
Ho sempre nutrito un profondo interesse per le culture antiche, in particolare per le loro produzioni artistiche. Ciò m’ha condotto, nel corso degli anni, ad imbattermi in alcuni passaggi per me particolarmente evocativi, dei quali mi accingo a riportare due esempi.
Il primo riguarda un passo bliblico. Ascoltando la declamazione della Torah[14], che la tradizione ebraica in ambito liturgico vuole letta in modo musicale, a motivo del quale reca sulle parole - nel testo masoretico - degli accenti ritmici chiamati ta'amim (טעמי המקרא)[15], un passaggio che ha destato da sempre il mio interesse è Genesi 19:16. Il versetto principia con וַֽיִּתְמַהְמָ֓הּ ׀ (egli esitò). Tale passaggio, translitterabile come way·yiṯ·mah·māh (Bibleapps, s.d.), riferito all’indecisione di un uomo nel lasciare la sua città pur sapendo che sarà distrutta, è caratterizzato da un andamento del canto prolungato e zigzagante[16] sull’ultima ‘a’ che ben s’attaglia all’indecisione del protagonista[17].
Il secondo esempio riguarda il mondo greco classico. Mentre da studente liceale leggevo un testo di letteratura classica, una coppia di termini attirò la mia attenzione: ἅπαξ λεγόμενον (detto una volta sola). Questa espressione, translitterabile come hapax legomenon, e spesso abbreviata in hapax, sta ad indicare una parola che compare solo una volta all’interno della produzione di un singolo autore o addirittura di una intera lingua (Faloppa, 2010). Hapax dunque veicola il concetto di unicità.
La sintesi di questi due esempi, uniti e rielaborati secondo il mio orizzonte, è che ogni essere umano è una creatura unica[18], spesso in bilico tra i vantaggi dell’omeostasi ed i rischi della crescita: in pratica un hapax col ta’am zigzagante.
BIBLIOGRAFIA
- Ariano, G. (1997). La psicoterapia d’integrazione strutturale: 1. Epistemologia. Ed. Armando. Roma.[19]
- Ariano, G. (2000). Diventare uomo: 2. L’antropologia della psicoterapia d’integrazione strutturale. Ed. Armando. Roma.[20]
- Ariano, G. (2005). Dolore per la crescita: Antropologia della psicoterapia d’integrazione strutturale. Ed. Armando. Roma.[21]
- Ariano, G. (2009). Lo psicologo nella scuola per facilitare “integrazione” ed “intersoggettività”. In Marchesiello, G. (a cura di) Scuola al collasso? Una lettura psicologica, proposte legislative, riflessioni. SipintegrazioninI. Napoli.[22]
- Ariano, G. (2019). Diventare psicoterapeuta. Sipintegrazioni. Napoli.[23]
- Benasayag, M.; Schmit, G. (2003). Les passions tristes: Souffrance psychique et crise sociale. La Découverte. Paris (trad. it. 2004 L’epoca delle passioni tristi. Trad. it. Feltrinelli. Milano. 2004.
- Buber, M. (1942). I and Thou. Translated by Ronald Gregor Smith. T. & T. Clark. Edinburgh. First print 1937.[24]
- Castelnuovo, G. (2013). Bartole de Sassoferrato e le Songe du Vergier. Les noblesses de la cité à l’aune du royame. Citando Bartolo da Sassoferrato. Tractatus de dignitatibus, 91. In: Lemonde, A.; Taddei, I. (2013). Circulation des idée set des pratiques politiquies: France et Italie (XIIIe-XVIe siècle). Collection de l'École Française de Rome 478. Roma. pp. 59-71.[25]
- Marchesiello, G. (2009). Il modello antropologico della SIPI nella relazione didattica. In Marchesiello, G. (a cura di) Scuola al collasso? Una lettura psicologica, proposte legislative, riflessioni. SipintegrazioninI. Napoli.[26]
- World Health Organization (1998). Health Promotion Glossary. 98 (01). Printed in Swizerland. [27]
- Orbecchi, M. (2020). Biologia dell’anima: Teoria dell’evoluzione e psicoterapia. Bollani Boringhieri. Milano.
SITOGRAFIA
- Bibleapps (a cura di) (s.d.). Genesis 19-16.[28]
- Caramagna, F. (2020). Frasi e Aforismi su dubbio.[29]
- Faloppa, F. (2010) Hapax, in Enciclopedia dell’italiano, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.[30]
- Treccani (a cura di) (s.d.). Vocabolario on line. Psicoterapia.[31]
[1] Traduzione mia de “We do not see things as they are, we see them as we are”, tratto dalla novella ‘Seduction of the Minotaur’.
[2] Mia parafrasi dell’originale di Bartolo da Sassoferrato “Quia verbum nobilis equivucum est” (Castelnuovo, 2013, p. 66), traducibile come “Perché la parola Nobile è equivoca”.
[3] Secondo l’approccio ‘biopsicosociale’, ogni essere umano è frutto dell’interazione, in proporzioni variabili, tra fattori biologici, psicologici e sociali. Tale approccio è sostenuto dalla definizione di salute dell’O.M.S.: “Un stato di completo benessere fisico, sociale e mentale” (World Health Organization, 1998, p. 1). Per approfondimenti, suggerisco: Santrock, J.W. (2007): A topical approach to human life-span development. 3a ed.. McGraw-Hill. St. Louis (Mo).
[4] Giovanni Ariano, fondatore del M.S.I., scrive: “La psicoterapia non è indottrinamento quanto piuttosto consapevolezza di quello che si è. Il suo compito è aiutare ognuno a fare chiarezza sui propri valori per modificare quelli che si ritengono limitati fin dove è possibile; per quelli che non è possibile modificare, accettarli in modo realistico.” (Ariano, 2019, p. 56)
[5] Per approfondimenti, suggerisco:
Cionini, L. (2001). Psicoterapie. Modelli a confronto. Carocci. Roma.
Del Corno, F.; Lang, M. (a cura di) (2012). Elementi di Psicologia Clinica. Franco Angeli. Milano. 6° ristampa dell’originale del 2005. (Sezione IV – I trattamenti psicoterapeutici; pp. 327-448);
Poterzio, F. (2013). Manuale d’introduzione alla Psicoterapia. Magi Edizioni. Milano.
[6] È bene precisare che la corrente psicodinamica (nella persona del suo fondatore, Sigmund Freud) non ha introdotto il concetto di ‘inconscio’, precedentemente già attestato in letteratura, biologia evolutiva e psichiatria; ne ha piuttosto aiutato la promozione e la diffusione (Orbecchi, 2020 ,vedi in particolare pp. 26-30).
[7] Un codice condiviso dalla totalità di una comunità è detto digitale. Se viceversa un codice è accettato solo da alcuni appartenenti, esso è analogico. Ad esempio, il termine ‘tumore’ nel linguaggio digitale è una malattia fisica, nel linguaggio analogico può ad esempio indicare ‘l’essere divorato dalle sensazioni fisiche’. (Ariano, 2000, vedi in particolare p. 274)
[8] M.S.I., pur dando per scontato il principio aristotelico di ‘identità e non contraddizione’ (A=A, A≠non-A), ritiene che esso sia inconcepibile senza integrarlo con quello di ‘relazione’; percepire, infatti, significa cogliere la differenza fra due entità. Per un essere umano - creatura sociale - il solo esistere produce stasi mortifera, la sola relazione produce dispersione dell’identità fino alla non esistenza (Ariano, 1997, vedi in particolare pp. 108-110).
[9] M.S.I. postula l’esistenza di quattro ‘linguaggi d’esistenza’: corporeo; emotivo; fantastico; razionale. Tali linguaggi possono essere utilizzati dall’uomo in modo spontaneo, oppure essere trattati in modo riflesso, cioè divenire oggetto di analisi e riflessione, al fine di poterli comprendere ed utilizzare con criterio. (Ariano, 2000, vedi in particolare pp. 114, 493).
[10] M.S.I. mutua e adatta al proprio modello dall’Analisi transazionale di E. Berne le tre posizioni esistenziali di ‘bambino’ (B), ‘adulto’ (A) e ‘genitore’ (G9. Il bambino (sinonimo di ‘Es’) è la funzione attraverso la quale l’individuo agisce per il soddisfacimento dei propri bisogni, senza tenere conto dell’altro e del contesto. L’adulto (sinonimo di ‘Io’) è la funzione attraverso la quale l’individuo sa agire rispetto ai bisogni propri, tenendo conto dell’altro e del mondo. Il Genitore (sinonimo di ‘Super-Io’) è la funzione attraverso la quale l’individuo ha la capacità di mettere regole e prendersi cura di sé e degli altri (Ariano, 2000, vedi in particolare pp. 398-399;2005, vedi in particolare pp. 312, 316, 326; 2019, vedi in particolare pp. 50-51).
[11] M.S.I. postula l’esistenza di quattro ‘anelli della catena della vita’: ‘evidenza naturale’, cioè la capacità di essere consci di ciò che è considerato ovvio nel proprio contesto culturale e potervi riflettere; ‘sé simbolico spontaneo’, sintesi di linguaggi e posizioni esistenziali, che mantiene stabile l’individuo a contatto la mutevole realtà dell’esperienza immediata; ‘sé simbolico riflesso, ossia la capacità di riflettere su sé stesso e sul suo contesto; ‘sé contingente e storico’, ovvero la capacità di diventare una persona degna di rispetto nel cercare la verità ma obbligata a restare in dialogo per poterla raggiungere. (Ariano, 2019, vedi in particolare pp. 52-54).
[12] Tutto quanto riportato in riferimento ai singoli, vale anche per coppie, famiglie, gruppi. Ad un livello ogni individuo verrà considerato nella sua unicità, mentre ad un livello gerarchico superiore esso sarà considerato come parte dell’insieme di persone, che verrà considerato a sua volta come una unicità.
[13] Secondo la visione ‘costruttivista’ soggetto ed oggetto hanno pari dignità: non può esistere un soggetto se non in relazione ad un oggetto e viceversa. Data l’importanza della relazione, non esistono né psicoterapeuti neutrali né pazienti uguali per tutti i terapisti (Ariano, 2019). Vedi in particolare p. 45
[14] I primi cinque libri della Tanakh (Bibbia ebraica) corrispondenti al Pentateuco cristiano.
[15] Per approfondimenti sui ta’amim:
https://doczz.it/doc/1909738/gli-accenti-ebraici; https://pizmonim.org/taamim.php
[16] E’ interessante notare che il ta’am (singolare di ta’amim) scritto sull’ultima מ (mem) ha una forma zigzagante.
[17] Per ascoltarne la declamazione (minuto 18:38): https://www.youtube.com/watch?v=OU6nuu8AkQ8
[18] L’ipotesi dell’unicità di ciascun individuo è sostenuta dai moderni sviluppi evoluzionistici: “L’evoluzione ha strutturato ciascun individuo con le caratteristiche della sua specie, attraverso linee genetiche famigliari e attivazioni ambientali che lo rendono unico. Gli stimoli ambientali che ciascun individuo riceve dal suo ambiente contribuiscono in maniera determinante a formarne la psicologia.” (Orbecchi, 2020, p.33)
[19] Vedi in particolare: pp. 108-110.
[20] Vedi in particolare: pp. 113-116, 271-274, 486-493.
[21] Vedi in particolare: pp. 312-326.
[22] Vedi in particolare: pp. 35-40, 52.
[23] Vedi in particolare: pp. 32, 41-66.
[24] Per consultare il testo: http://uploads.worldlibrary.net/uploads/pdf/20110831000408iandthou.pdf
[25] Per consultare il testo: https://www.researchgate.net/publication/281795749_Bartole_de_Sassoferrato_et_le_Songe_du_Vergier_Les_noblesses_de_la_cite_a_l%27aune_du_royaume
[26] Vedi in particolare p. 82.
[27] Per consultare il testo: https://www.who.int/healthpromotion/about/HPR%20Glossary%201998.pdf.
[28] https://bibleapps.com/strongs/genesis/19-16.htm
[29] https://fabriziocaramagna.com/2020/06/03/frasi-e-aforismi-dubbio/
[30] https://www.treccani.it/enciclopedia/hapax_(Enciclopedia-dell'Italiano)/
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