Un animale naturalmente culturale: Quando la psicoterapia incontra l’evoluzionismo

Pubblicato il 22 aprile 2023 alle ore 20:13
  1. Evolutio vitae magistra Psicoterapiae[1]

 

“La scienza è la più gran prova

della nostra ignoranza.”

(Capuana, 1907, p. 180)

 

La Psicoterapia è l’insieme di interventi che hanno per oggetto l’essere umano psicologicamente sofferente, per scopo il miglioramento del suo rapporto con sé stesso, l’altro, il mondo e per strumenti un certo numero di tecniche di matrice psicologica (e talvolta farmacologica).[2]


Come si noterà, non uso il termine ‘scienza’, sebbene la psicoterapia sia figlia di due scienze, quella medica e quella psicologica, poiché le diverse correnti – e la relativa costellazione di modelli – che la compongono, hanno  incontrato non poche difficoltà nel trovare dei punti in comune in ambito epistemologico, antropologico e psicopatologico tali da poter assurgere a scienza unitaria, guidata dal metodo scientifico.

 

Poiché il confronto interno non è per ora stato risolutivo, può essere utile un confronto esterno con una scienza come la biologia, che si occupa anch’essa dell’essere umano, sebbene da una diversa angolazione. In particolare può esserci d’aiuto la teoria scientifica ad oggi più accreditata rispetto all’evoluzione dei viventi, incluso il genere umano: la ‘Teoria di Darwin-Wallace’[3].

 

Tale teoria, che ha introdotto il concetto di ‘selezione naturale’, viene così sintetizzata nelle sue linee essenziali da Jerry A. Coyne, alla luce delle moderne conoscenze: “La vita sulla terra si è evoluta gradualmente a partire da una specie primitiva – forse una molecola autoreplicante – vissuta più di 3,5 miliardi di anni fa; si è poi ramificata nel tempo, dando origine a molte specie nuove e diverse; e il meccanismo alla base della maggior parte (ma non di tutti)[4] i cambiamenti evolutivi è la selezione naturale”[5] (2010, p. 3).

 

L’esistenza di questo meccanismo è stata corroborata da una tale quantità di evidenze da poterla ormai ritenere un fatto acclarato (Bruni, 2017).

 

Se, come afferma lapidariamente Theodosius Dobzhansky: “Nulla in Biologia ha senso se non alla luce dell’Evoluzione”[6] (1973, p. 125), essa può applicarsi anche all’essere umano - rappresentante appieno del mondo dei viventi - ed alla sua psicologia. In tal senso, Charles Darwin scrive: “La psicologia si fonderà su un nuovo fondamento, quello della necessaria acquisizione di ogni facoltà e capacità mentale per gradi. Luce si farà sull'origine dell'uomo e la sua storia” [7] (1859, p. 432).

 

 

  1. Dalla selezione naturale alla Psicologia evoluzionistica

 

“Ho descritto come, nel misterioso processo di divenire uomo, un ruolo decisivo sia stato probabilmente giocato dal fatto che un giorno una creatura che esplorava con curiosità il suo ambiente divenne consapevole di se stessa nel suo campo visivo“ (Lorenz, 1973, p. 28)[8]

 

In questa direzione si muove la psicologia evoluzionistica[9]: la scienza che ha come oggetto le facoltà mentali umane, come scopo la loro analisi attraverso i comportamenti osservabili,  come orizzonte[10] la teoria evoluzionistica, e come metodo quello sperimentale. Scrive Domenica Bruni: “Secondo gli psicologi evoluzionistici le leggi della selezione naturale guiderebbero il modo di strutturarsi dei sistemi cognitivi in meccanismi psicologici che sono la causa dei comportamenti sociali e culturali che caratterizzano la natura umana” (op. cit., p. 24). In quest’ottica la cultura è un adattamento biologico coevolutosi con le strutture cerebrali e, più in generale, il comportamento umano è prodotto indiretto della selezione, poiché frutto dell’interazione tra meccanismi psicologici e vincoli biologici (ivi).

 

Tra i vincoli biologici cogenti per la nostra specie annoveriamo le dimensioni e la forma del bacino che influenzano quelle del canale del parto e le capacità locomotorie. Si è stimato che un primate non umano, a parità delle nostre dimensioni encefaliche, necessiterebbe di diciotto mesi di gestazione per nascere sufficientemente maturo; ciò d’altro canto richiederebbe delle dimensioni del bacino femminile tali da non permettere una corretta deambulazione bipede. La natura ha finito per selezionare un compromesso: i neonati umani nascono immaturi e necessitano di quasi un anno dopo la nascita per sviluppare appieno le proprie dimensioni encefaliche (Manzi, 2021).

 

Questo accrescimento postnatale, di ben due terzi del volume del cervello, avviene a contatto con gli altri esseri umani e con immagini, esperienze ed insegnamenti che essi veicolano. Tali possibilità di apprendimento sono però necessariamente  vincolate ad una forte coesione sociale all’interno del gruppo di appartenenza del neonato, dato l’altissimo dispendio di risorse necessario per dedicarsi tanto a lungo alla cura di una creatura così inerme. Questa fragilità di partenza deve aver prodotto dei vantaggi tali che la selezione naturale ha favorito all’interno della nostra specie la riproduzione dei soggetti meno aggressivi e più cooperativi (Pievani, 2020).

 

La profonda interazione tra socialità e sviluppo darebbe conto di alcune caratteristiche di homo sapiens.  Da un lato, il grande lasso di tempo che infanzia ed adolescenza occupano nella nostra specie: in questo noi battiamo non solo tutti i primati non umani, ma anche il nostro parente più stretto, l’uomo di Neanderthal[11] (ivi). Dall’altro, la coesistenza in noi di egoismo ed altruismo: tramite i concetti di ‘in-group’ e ‘out-group’[12] si può dare conto dei comportamenti egoistici così come di quelli altruistici messi in campo dall’individuo a discapito del proprio benessere, in favore di quello del gruppo di appartenenza (Bruni, ocit.).

 

Siamo ‘scimmie bambine’ (Pievani, op. cit.) la cui fragilità, che ha permesso lo sviluppo delle nostre enormi capacità sociali e di astrazione, è stata a sua volta resa possibile dall’implementazione della capacità di prendersi cura, bilanciando egoismo ed altruismo. Tale capacità è talmente insita nella nostra specie da rappresentarne uno degli aspetti peculiari che hanno contribuito a plasmarla (Orbecchi, 2020). Maurilio Orbecchi scrive: “Se la cura modella il genere umano, ciò significa che ogni individuo, per diventare davvero umano, forma la sua stessa struttura prendendosi cura di sé, soprattutto con la riflessione” (ivi). La facoltà riflessiva – come descritto dallo stesso Orbecchi - è l’insieme di differenti sistemi motivazioni di matrice biologica e sociale, indispensabili per valutare le proprie azioni (ivi).

 

Visto quanto fin qui esposto, potremmo asserire che l’umanità nell’orizzonte evoluzionista applicato alla psicologia, soprattutto attraverso la sua sintesi moderna (S.E.T.)[13] e quella estesa (E.E.S.)[14], è una specie formata da individui[15] unici[16], la cui mente è una totalità costituita da parti (sistemi cognitivi ed emozionali) frutto della complessa interazione[17] genetica-ambiente, che l’esercizio della riflessione permette di tenere in equilibrio (ivi). Una prospettiva questa che permette di vedere l’essere umano in un’ottica integrata, accantonando le vecchie dicotomie natura e cultura[18], mente e corpo[19].

 

 

  1. Dalla Psicologia evoluzionistica alla Psicoterapia

 

“Quando siamo connessi agli altri,

diventiamo persone migliori.”

(Pauch, 2008, p. 176)[20]

 

In base a questa idea di uomo, Orbecchi, nel suo libro ‘La biologia dell’anima’ (ivi) indica una direzione per il lavoro dello psicoterapeuta, che potremmo sintetizzare come segue: obiettivo dello psicoterapeuta dovrebbe essere quello di promuovere un cambiamento strutturale della personalità del paziente, accompagnato dal senso di realtà su obiettivi e tempi, in modo da non alimentare aspettative miracolistiche. Tale cambiamento passa attraverso una costruzione di senso che genererà, grazie alla riflessione, nuove connessioni volte a controllare l’espressione degli automatismi spontanei che si sono rivelati inadeguati. La costruzione di senso a sua volta dovrà essere prodotta attraverso interventi multilivello (cognitivi ed emotivi), col comune denominatore del rapporto terapeuta-paziente, che sarà occasione per riparare gli schemi di attaccamento[21] negativi attivatisi nel paziente durante l’infanzia, facendogli fare esperienza di un attaccamento sicuro che ne favorirà l’autonomia.

 

Sostanzialmente dello stesso avviso Giovanni Ariano, fondatore delModello Strutturale Integrato’, che descrive la psicoterapia M.S.I. come la scienza che ha per orizzonte una visione dell’essere umano in quanto totalità che mette insieme diverse parti organizzate in modo gerarchico secondo una formula strutturale, per oggetto l’individuo sofferente, a causa di una funzione riflessa non pienamente sviluppata, e per scopo il raggiungimento realistico di una integrazione più armoniosa del sé, in base alle specifiche esperienze bio-psico-sociali[22] che lo hanno plasmato, determinandone le capacità personali e relazionali, e la possibilità di scelta (Ariano 2000, 2019; Marchesiello, 2009).

 

Il terapista per Ariano deve muoversi fra lo spontaneo ed il riflesso del paziente, lavorando per rendere riflesso il primo e per interagire a livello del secondo, come un individuo libero e responsabile[23] che agisce in relazione con un altro individuo, al fine di costruire[24] un rapporto che permetta al paziente una ristrutturazione  cognitiva, emotiva, corporea, sia a livello spontaneo che riflesso (Ariano, 2019).

 

Entrambi gli autori salvano le caratteristiche principali dell’individuo nell’ottica evoluzionista (l’unicità, la complessità, la plasticità, l’integrazione)[25], ed individuano nella cura, che un ruolo tanto fondamentale ha giocato nell’evoluzione della nostra specie, il mezzo principe attraverso il quale sviluppare una relazione migliore con sé stessi, gli altri e il mondo.

 

Ritengo queste – in particolare la cura in relazione[26] - delle ottime coordinate di lavoro per avere a che fare con quello strano ‘animale naturalmente culturale’ che è homo sapiens.

 

 

 

BIBLIOGRAFIA

 

  • Ariano, G. (2000). Diventare uomo: 2. L’antropologia della psicoterapia d’integrazione strutturale. Ed. Armando. Roma.[27]

  • Ariano, G. (2019). Diventare psicoterapeuta. Sipintegrazioni. Napoli.[28]

  • Bowlby, J. (1969). Attachment and Loss. Vol.1: Attachment. Basic Books. New York. Trad. it.Attaccamento e perdita. Vol.1: L’attaccamento alla madre. Boringhieri. Torino. 1972

  • Bruni, D. (2017). Psicologia evoluzionistica. Dal cervello del pleistocene alla mente moderna. Carocci. Roma.[29]

  • Capuana, L. (1907). Un vampiro. In Cedola, D. (a cura di) (2007). Novelle del mondo occulto. Pendragon. Bologna.

  • Cicerone, M.T. (1942). De oratore. Harvard University Press.

  • Coyne, J.A. (2010). Why evolution is true. Penguin. Oxford University Press. New York.

  • Damasio, A. R. (1994). Descartes’ Error: Emotion, Reason, and the Human Brain. Putnam’ Sons. New York. Trad. it. L’errore di Cartesio. Emozione, ragione e cervello umano. Adelphi. Milano. 1995.

  • Darwin, C. (1859). On the origin of Species. Pennsylvania State University. 2001.[30]

  • Dobzhansky, T. (1973). Nothing in Biology makes sense except in the light of Evolution. The American Biology Teacher 35(3): pp. 125-129.

  • Girotto, V.; Pievani, T.; Vallortigara, G. (2021). Nati per credere: Perché il nostro cervello sembra predisposto a fraintendere la teoria di Darwin. Codice. Torino.[31]

  • Lorenz, K. (1973). Die acht Todsünden der zivilisierten Menschheit. R. Piper & Co. München. Eng. trad. Civilized man’s eight deadly sins. Harcourt Brace Jovanovich. 1974.[32]

  • Manzi, G. (2021). L’ultimo Neanderthal racconta. Storie prima della storia. Il Mulino. Bologna.[33]

  • Marchesiello, G. (2009). Il modello antropologico della SIPI nella relazione didattica. In Marchesiello, G. (a cura di) Scuola al collasso? Una lettura psicologica, proposte legislative, riflessioni. SipintegrazioninI. Napoli.[34]

  • Orbecchi, M. (2020). Biologia dell’anima: Teoria dell’evoluzione e psicoterapia. Bollani Boringhieri. Milano.[35]

  • Pauch, R. (2008). The Last Lecture. With the contribution of Jeffrey Zaslow. Hyperion Books. New York.[36]

  • Pievani, T. (2020). È il segreto dell’evoluzione: Siamo scimmie bambine, dunque fragili. Sette (Corriere della sera). 48 (27.11.20): pp. 64-65.[37]

  • Serre, D.; Paabo, S. (2004). Evidence for gradients of human genetic diversity within and among continents. Genome Research (14), p1679-1685.[38]

 

 

SITOGRAFIA

 

  • Treccani (a cura di) (s.d.). Vocabolario on line. Psicoterapia.[39]

 

 

[1] ‘L’Evoluzione (è) maestra della Psicoterapia’. Mia parafrasi del motto “Historia […] magistra vitae”, traducibile come “la storia (è) maestra di vita”, tratto dal ‘De Oratore’ (II, 9, 36) di Cicerone (55-54 A.C.), abbreviazione del periodo: “Historia vero testis temporum, lux veritatis, vita memoriae, magistra vitae, nuntia vetustatis, qua voce alia, nisi oratoris, immortalitati commendatur?” (Cicerone, 1942, p. 224)

[2] per la Treccani (s.d.): “Ogni forma d’intervento terapeutico nei confronti di disturbi mentali, emotivi e comportamentali, impostato e condotto a termine con tecniche psicologiche (alle quali può aggiungersi il complemento farmacologico), ispirato a principî e metodi diversi, con il fine di migliorare l’adattamento dei pazienti all’esistenza e alla realtà circoscrivendo cause e natura di disadattamenti, conflitti, situazioni critiche”(s.d.).

[3] Anche nota come ‘teoria dell’evoluzione per selezione naturale’. Per approfondimenti: https://www.sapere.it/sapere/strumenti/studiafacile/biologia/Evoluzione-e-diversit--dei-viventi/L-evoluzione-degli-organismi/La-teoria-dell-evoluzione--di-Darwin-Wallace.html

[4] Scrive Charles Darwin: “sono convinto che la Selezione Naturale sia stata il principale ma non esclusivo mezzo di modificazione”. Mia traduzione dell’originale: “I am convinced that Natural Selection has been the main but not exclusive means of modification” (1859, p. 14).

[5] Mia traduzione del periodo: “Life on earth evolved gradually beginning with one primitive species – perhaps a self-replicating molecule – that lived more than 3.5 billiom years ago; it then branched out over time, throwing off many new and diverse species; and the mechanism for most (but not all) evolutionary changes is natural selection”.

[6] Traduzione mia dell’originale: “Nothing in biology makes sense except in the light of Evolution”.

[7] Traduzione mia dell’originale: “Psychology will be based on a new foundation, that of the necessary acquirement of each mental power and capacity by gradation. Light will be thrown on the origin of man and his history.”

[8] Mia traduzione de: ”I have described how, in the mysterious process of becoming man, a decisive part was probably played by the fact that one day a creature inquisitively exploring its environment became aware of its own self in the field of its vision.”

[9] Per approfondimenti:

Buller, D. J. (2005). Adapting minds. The MIT press. Cambridge (MA)

Walker, S. (s.d.). Evolutionary Psychology. https://iep.utm.edu/EVOL-PSY/

[10] L’orizzonte è la prospettiva, le ‘lenti’ con le quali l’osservatore guarda l’oggetto di interesse. Per approfondimenti: Ariano, G. (2019). Diventare psicoterapeuta. Sipintegrazioni. Napoli. Vedi in particolare p. 32

[11] È interessante ricordare che homo neanderthalensis aveva in media una capacità cranica maggiore di quella di homo sapiens, sebbene con una conformazione tutt’affatto differente. Per approfondimenti: https://oggiscienza.it/2017/09/27/neanderthal-grande-cervello/index.html

[12] Un ‘in-group’ è un insieme di individui che condividono una stessa caratteristica, in base alla quale si considerano un gruppo, un ‘noi’. L’insieme di chi è al di fuori dell’ ‘ingroup’ è percepito come out-group, ‘loro’.  Per approfondimenti:

http://gral.istc.cnr.it/borghi/corso14-15-8psicominterc-in-outgroup.pdf

https://ethicsunwrapped.utexas.edu/glossary/in-groupout-group

[13] Standard Evolutionary Theory. Si focalizza sull’adattamento a base genetica dei viventi. Per approfondimenti: Huxley, J.S. (1942). Evolution: The modern Synthesis. Allen & Unwin. London. https://archive.org/details/in.ernet.dli.2015.280031/page/n1/mode/2up

Ulteriori approfondimenti: https://www.sapere.it/sapere/strumenti/studiafacile/biologia/Evoluzione-e-diversit--dei-viventi/L-evoluzione-degli-organismi/La-teoria-moderna-dell-evoluzione.html

[14] Evolutionary Extended Synthesis. Sintesi ancora dibattuta in ambito accademico, si focalizza su concetti quali: epigenetica, costruzione di nicchie e plasticità fenotipica. Per approfondimenti: Minelli, A. (2007). Forme del divenire. Evodevo: la biologia evoluzionistica dello sviluppo. Einaudi. Torino.

Ulteriori approfondimenti:

https://www.treccani.it/enciclopedia/epigenetica_%28Enciclopedia-Italiana%29/

https://miriobi.blogspot.com/2016/08/1-sintesi-moderna-vs-sintesi.html

https://www.treccani.it/enciclopedia/evo-devo_%28Lessico-del-XXI-Secolo%29/

[15] Darwin riteneva che l’unità fondamentale oggetto dell’evoluzione fossero gli individui (Bruni, 2017).

[16] In una ricerca del 2004, che ha rappresentato l’ennesima prova dell’inesistenza delle razze umane, Serre e Paabo hanno evidenziato come le variazioni genetiche all’interno della nostra specie riguardino essenzialmente mutazioni individuali, anziché di popolazione. In pratica, se proprio volessimo suddividere l’umanità in razze, dovremmo dire che ogni individuo fa razza a sé. Per approfondimenti:

Barbujani, G. (2006). L’invenzione delle razze: Capire la biodiversità umana. Ed. Bompiani, Milano.

[17]Non esiste un comportamento che si possa far risalire ad un’unica variabile: i ragionamenti sono intrisi Di stati affettivi ed emozioni di base, le quali influenzate dallo stato del corpo, che dipende dal metabolismo, dal sonno, dalla fame.” (Orbecchi, 2020, p. 31)

[18] Per approfondimenti: https://www.treccani.it/enciclopedia/natura-e-cultura_(Enciclopedia-delle-scienze-sociali)/

[19] La dicotomia mente-corpo è definita da António Damasio (1994) ‘l’errore di Cartesio’.

[20] Mia traduzione del passaggio: “When we’re connected to others, we become better people.”

[21] Qui Orbecchi fa riferimento alla Teoria dell’attaccamento di Bowlby (1969) ed ai modelli operativi interni, cioè delle rappresentazioni interne che ciascun individuo si costruisce su sé stesso, in relazione alle sue figure di accudimento. Per approfondimenti:

https://www.neuroscienze.net/modelli-operativi-interni/

https://www.neuroscienze.net/lattaccamento-nella-relazione-psicoterapeutica-con-adulti/

[22] Secondo l’approccio ‘biopsicosociale’, d’orizzonte affine a quello evoluzionista, ogni essere umano è frutto dell’interazione tra fattori di natura biologica, psicologica e sociale, in proporzioni che variano da individuo a individuo. Per approfondimenti:

Santrock, J.W. (2007): A topical approach to human life-span development. 3a ed.. McGraw-Hill. St. Louis (Mo).

[23] È interessante in questo senso ricordare le righe finali del libro ‘Nati per credere’, indagine in ottica evoluzionistica riguardo alla propensione umana nel credere al sovrannaturale, indipendentemente dalla sua possibile esistenza. Gli autori concludono che l’uso della riflessione sulla tendenza spontanea della nostra specie a credere, ci permetterebbe di guadagnare: “l’autonomia di chi, […] sa che può contare soltanto sulla sua libertà e, insieme, sulla sua responsabilità.” (Girotto, Pievani e Vallortigara, 2021, p. 178)

[24] Secondo la visione ‘costruttivista’ soggetto ed oggetto hanno pari dignità: non può esistere un soggetto se non in relazione ad un oggetto e viceversa. Data l’importanza della relazione, non esistono né psicoterapeuti neutrali né pazienti uguali per tutti i terapisti (Ariano, 2019).

[25] “gli organismi sono ‘unità integrate’ e […] spesso le cause sono intrecciate fra di loro così come le funzioni e le strutture” (Bruni, ocit., p. 92)

[26] Per un (necessariamente) piccolissimo approfondimento rispetto al ruolo trasversalmente riconosciuto alla relazione psicoterapeuta-paziente nell’ambito della psicoterapia moderna, suggerisco:

Van, H.L.R. (2019). Why psychotherapy works. Nederlands tijdschrift voor geneeskunde. 163.

Bruni, F. (a cura di) (2022). La relazione che cura. L’unità della psicoterapia. Alessandro Lombardo. Torino.

Per ulteriori approfondimenti:

https://www.stateofmind.it/relazione-terapeutica/

https://www.unilibro.it/libro/bruni-f-cur-/relazione-che-cura-unita-psicoterapia/9788894619317

https://www.academia.edu/32173155/Relation_and_Technique_in_Psychotherapy_Two_Partly_Overlapping_Categories

https://www.psicologi-italia.it/disturbi-e-terapie/psicoterapia/articoli/la-cura-attraverso-la-relazione-terapeutica.html

https://issuu.com/maurilioorbecchi/docs/2015-03-11__la_stampa__intervista_a

[27] Vedi in particolare: p. 113

[28] Vedi in particolare: pp. 45, 47 e 62, 64-65.

[29] Vedi in particolare pp. 17, 20, 26, 33, 69, 73, 86, 99.

[30] https://www.f.waseda.jp/sidoli/Darwin_Origin_Of_Species.pdf

[31] Vedi in particolare p. 178.

[32] https://archive.org/details/lorenz-konrad-civilized-mans-eight-deadly-sins/mode/2up?q=exploring

[33] Vedi in particolare pp. 169-171.

[34] Vedi in particolare p. 82.

[35] Vedi in particolare pp. 19-20, 105, 118, 120, 125-126, 131, 147.

[36] http://coachsmithushistoryclass.weebly.com/uploads/8/5/4/8/8548767/the_last_lecture_by_randy_pausch.pdf

[37]https://media.mimesi.com/cacheServer/servlet/CropServer?date=20201127&idArticle=522660489&idFolder=8274&idChapter=44021&authCookie=1406219769

[38]https://www.eva.mpg.de/documents/Cold%20Spring%20Habour%20Laboratory%20Press%20%20CSH%20Press/Serre_Evidence_GenRes_2004_1555601.pdf

[39] https://www.treccani.it/vocabolario/psicoterapia/