- VOGLIAMO TUTTI SAPERE DA DOVE VENIAMO
Nel corso di un’intervista per la rivista tedesca Der Spiegel, dal titolo ‘Wir alle wollen wissen, woher wir kommen’[1], il celebre astrofisico Stephen Hawking, in merito ad un domanda riguardo alla posizione della nostra specie nell’Universo[2], rispose: “Siamo solo una razza piuttosto avanzata di scimmie su un piccolo pianeta in orbita attorno a una stella decisamente nella media. Ma possiamo comprendere l’universo e questo ci rende davvero speciali”[3] (Franke e Glass, 1988).
Vale la pena fare di fare una breve ricapitolazione della nostra posizione all’interno dell’Universo e della sua storia.
Secondo le attuali evidenze, l’Universo come lo conosciamo si è formato circa 13,7 miliardi di anni fa[4] (Planck Collaboration, 2018). Quasi 100 miliardi di anni dopo, alla sua periferia, all’interno della Via Lattea, all’interno del Gruppo Locale, all’interno del Superammasso della Vergine, all’interno del superammasso di galassie Laniakea[5], a sua volta all’interno del complesso di superammassi Pesci-Balena, presero forma la Terra e gli altri pianeti del Sistema Solare[6] (Tully, 1986).
In un intervallo compreso tra 4,28 (Dod et al., 2017) e 2,7 (Cavalier-Smith et al., 2006) miliardi di anni fa, sulla Terra si sviluppò la vita[7] e 900 milioni di anni fa comparvero i primi animali pluricellulari (Dawkins, 2006).
Nel corso delle ere, il regno animale, attraverso miriadi di ramificazioni[8], premiate e punite dalle leggi dell’evoluzione ed estinzioni di massa[9], popolò le acque terrestri di forme che oggi stenteremmo a riconoscere come animali – la fauna di Ediacara (Watson, 2020) – o che ci sembrerebbero aliene – ad esempio Hallucigenia (Liu e Dunlop, 2014), Anomalocaris (Lerosey-Aubril et al., 2014) o Tullimonstrum (Johnson e Richardson, 1969).
In seguito, la vita animale cominciò a colonizzare le terre emerse. I primi vertebrati ad abitarle, se pure ancora strettamente legati all’acqua per parte del loro ciclo vitale, furono gli anfibi, dai quali, 325 milioni di anni fa, si staccarono gli amnioti[10] - totalmente terrestri - da questi, a loro volta si sarebbero in seguito divisi due gruppi, quello dei diapsidi[11] (rettili, e i seguito uccelli) e quello dei sinapsidi[12]. Dai sinapsidi originarono i terapsidi[13], dominatori del Permiano[14], fino alla terribile estinzione di massa avvenuta circa 252-251 milioni di anni fa[15], alla quale sopravvissero solo le forme più piccole, come i cinodonti[16]. Mentre dal ceppo dei rettili si originarono i dinosauri, i rettili marini e quelli volanti, che furono i dominatori della Terra fino al Cretaceo[17] – attraverso un’altra estinzione di massa (circa 200 milioni di anni fa), dai cinodonti originarono i mammiferi veri e propri, i quali si differenziarono in molteplici forme, piccole e poco specializzate, tra le quali il gruppo dei primati; poi, circa 66 milioni di anni fa, accadde la quinta delle grandi estinzioni di massa (Brusatte, 2023).
Tale estinzione (causata probabilmente da un grande asteroide) le cui conseguenze si protrassero per migliaia di anni, sconvolse ogni ecosistema, portando alla scomparsa della maggioranza della fauna. Tra le rovine di quel mondo post-apocalittico, i mammiferi, piccoli opportunisti a sangue caldo, riuscirono ad adattarsi dove i grandi sauri specializzati non potevano: ancora una volta, sulla lunga distanza, essere piccoli e poco specializzati era risultato vincente (ivi).
Durante una lenta ripresa, durata centinaia di migliaia di anni, i mammiferi cominciarono a riempire tutte le nicchie ecologiche lasciate vacanti, con la concorrenza, più o meno duratura, di coccodrilli e grandi uccelli terricoli. Dalla vasta radiazione adattativa che ne conseguì si originarono molteplici forme di mammiferi, alcune simili agli animali odierni, per origine o convergenza evolutiva ed altre diversissime. Molto più recentemente, tra circa 5 e 7 milioni di anni fa, in Africa, all’interno della tribù degli Hominini[18] (ordine dei primati) a partire da un antenato comune, cominciarono a separarsi le due sottotribù panina (le cui specie attualmente viventi sono scimpanzé e scimpanzé pigmeo) e hominina (la cui unica specie attualmente vivente è la nostra, homo sapiens): circa 4 milioni di anni fa, la separazione era completa. A partire da quel periodo fiorì un cespuglio di specie bipedi, adattate a diversi ambienti africani, da un cui ramo a sua volta germogliò il genere homo (circa 2,8 milioni di anni fa) (ivi).
Fra i molti rappresentanti di questo genere, 200 mila anni fa fece la sua comparsa homo sapiens (la nostra specie)[19] (Pievani, 2018), una delle tante del medesimo genere che vissero e talvolta convissero (arrivando, in alcuni casi, ad ibridarsi)[20] fino a circa 40 mila anni fa[21], quando restammo gli unici superstiti (Manzi, 2021).
Il resto è storia, anzi, per molte migliaia di anni ancora preistoria. La domesticazione degli animali, iniziata circa 30 mila anni fa (Frantz et al., 2020), la nascita dell’agricoltura, circa 12 anni fa (Hancock, 2021) ed, in fine, la nascita della scrittura, a partire da circa 5 mila anni fa (Fagan et al., 1996) – tutte rivoluzioni accadute in più luoghi e tempi indipendentemente – sono fra gli elementi che hanno contribuito a stabilire, da parte degli addetti ai lavori, la linea di demarcazione[22].
- VOGLIAMO TUTTI SAPERE CHI SIAMO?
Fin qui, ho proposto una breve ricapitolazione della nostra storia naturale, che conferma la prima parte della frase di Hawking: in definitiva, siamo una specie di scimmie particolarmente di successo, che abitano un piccolo pianeta, in orbita attorno ad una stella di non grande rilevanza nell’Universo.
Sulla seconda parte invece non sono d’accordo. Credo che ciò che ci rende speciali sia prima di tutto la capacità di comprendere in generale e, se proprio dobbiamo andare nello specifico, di comprendere noi stessi per prima cosa.
A mio parere è la capacità di riflettere che ci rende ‘speciali’. La possibilità di lasciare che il nostro comportamento si attivi in modo spontaneo, come accade per lo più agli altri animali, oppure trasformare noi stessi, gli altri ed il mondo in oggetto di riflessione – quello che Giovanni Ariano (2000) chiama ‘simbolico riflesso’ - al fine di poterci domandare e cercare di comprendere le motivazioni dietro alle azioni, così da poter interagire meglio dentro e fuori, cambiare ciò che non ci piace e possiamo cambiare o accettare ciò che non ci piace e non possiamo cambiare.
Certamente, riflettere sul proprio mondo interiore ed esteriore implica la necessità di essere presenti a se stessi, di essere nel ‘qui ed ora’, qualcosa di tanto facile da dire, quanto difficile da fare. La fuga costante in un passato mitizzato e nei suoi meravigliosi accadimenti mai realmente avvenuti[23], oppure nella rassegna di eventi persi nel tempo, alla ricerca di qualcuno da accusare per il nostro attuale stare al mondo, così come il guardare sempre ad un futuro che ‘sicuramente sarà migliore’, sono tentazioni nelle quali suppongo che quasi tutti abbiano indulto prima o poi ma che se diventano una prassi, rischiano di fare molto male.
Bisogna passare dalle colpe del passato alle responsabilità del presente, dare nome e poi un giudizio a ciò che accade, scegliere cosa volersene fare e prendersi o meno la responsabilità di farlo, senza dimenticare che ogni cosa che abbiamo vissuto è servita a condurci a dove siamo oggi ed ogni energia utilizzata per sopravvivere, può essere reindirizzata verso azioni che ci facciano vivere, in una maniera più serena e completa.
Probabilmente, come recita il titolo dell’intervista ad Hawking, ‘vogliamo tutti sapere da dove veniamo’, ciò che però – a mio parere – importa di più è se vogliamo sapere chi siamo.
Pablo Fernàndez-Beccoral scrive: “le persone non desiderano realmente conoscersi. Sapere chi siamo porta con sé il pericolo potenziale di scoprire una persona che non ci piace.” (2021, p. 126). Io, più ottimisticamente, credo che molte persone desiderino conoscersi , e che molto dipenda dal grado di profondità che si vuole raggiungere: molte probabilmente si accontenteranno di una conoscenza superficiale, mentre scavare realmente in profondità è cosa per pochi, in ogni caso tutti sono mossi dalla volontà.
Non a caso parlo di ‘volontà’, perché ritengo che sia la volontà – che non può essere insegnata, che non può essere trasmessa tramite una bevanda o un siero, che non può essere acquistata o regalata, la base di tutto.
BIBLIOGRAFIA
- Ariano, G. (2000). Diventare uomo:2. L’antropologia della psicoterapia d’integrazione strutturale. Ed. Armando. Roma.[24]
- Brusatte, S. (2023). Ascesa e trionfo dei mammiferi: Dal tramonto del regno dei dinosauri fino a noi. Traduzione italiana dell’originale ‘The rise and reign of the mammals: A new history, from the shadow of the dinosaurs to us’ (2022), a cura di L. Fusari e S. Prencipe. Utet. Torino.
- Cavalier-Smith, T.; Brasier M. & Embley T. M. (2006). Introduction: How and when did microbes change the World? Philosophical Transactions of the Royal Society, 361, pp. 845-850.
- Dalrymple, G. B. (1991). The age of the Earth. Standford University Press. Redwood (CA).
- Dawkins, R. (2006). Il racconto dell’antenato. Traduzione italiana di L. Serra dell’originale ‘The Ancestor’s Tale’ (2004). Mondadori. Milano.
- Dodd, M. S.; Papineau, D.; Grenne, T. & al. (2017). Evidence for early life in Earth’s oldest hydrothermal vent precipitates. Nature, 543(7643), pp. 60-64.
- Duarte, C. ; Mauricio, J.; Pettitt, P. B.; Souto, P., Trinkaus, E.; Van der Plicht, H. & Zilhão, J. (1999). The early upper Paleolithic human skeleton from the Abrigo do Lagar Velho (Portugal) and modern human emergence in Iberia. Proceedings of the National Academy of Sciences, 96, pp. 7604 - 7609
- Fagan, B. M.; Beck, C.; Michaels, G.; Scarre, C.; Silberman, N. A. (eds.) (1996). The Oxford Companion to Archaeology. Oxford Univerisity Press. New York.[25]
- Fernàndez-Beccoral, P. (2021). Intelligenza emotiva: imparare a gestire le emozioni (trad. it. del materiale originale del 2017, Annachiara Cavallone). Emse. Milano.
- Frantz, L. A.; Bradley, D. G.; Larson G. & Orlando, L. (2020). Animal domestication in the era of ancient genomics. Nature Reviews Genetics, 21(8), pp. 449-460.
- Johnson, R. G. & Richardson, E. S. Jr. (1969). Pennsylvanian invertebrates of the Mazon Creek Area, Illinois: The morphology and affinities of Tullimonstrum. Fieldiana Geology, 12(8), pp. 119-149.[26]
- Lerosey-Aubril, R.; Hegna, T. A.; Babcock L. E.; Bonino, E. & Kier, C. (2014). Arthropod appendages from the weeks formation Konservat-Langerstätte: new occurrences of anomalocaridids in the Cambrian of Utah, USA. Bullettin of Geosciences, 89(2), pp. 269-282.[27]
- Liu, I. & Dunlop, J. A. (2014). Cambrian lobopodians: A review of recent progress in our understanding of their morphology and evolution. Palaeogeography, Palaeoclimatology, Palaeoecology, 398, pp. 4-15.
- Planck Collabortion (2020). Planck 2018 results. VI. Cosmological parameters. Astronomy & Astrophysics, 641, pp. 1-67.[28]
- Pievani, T. (2018). Atlante dell’evoluzione umana. Libreria geografica. Novara.
- Manzi, G. (2021). L’ultimo Neanderthal racconta. Storie prima della storia. Il Mulino. Bologna.
- Tully, R. B. (1986). Alignment of clusters and galaxies on scales up to 0.1 C. Astrophysical Journal, 303, pp. 25-38.
- Watson, T. (2020): The bizarre ancient species are rewriting animal evolution. Nature (news), 586(7831), pp. 662-665.
SITOGRAFIA
- Franke, K. & Glass, H. (1988).Wir alle wollen wissen, woher wir kommen. Spiegel-Gespräch mit dem Astrophysiker Stephen Hawking über Gott und das Weltall. Der Spiegel, 42/88.[29]
- Hancock, J. (2021). Origins of World Agriculture. World History Encyclopedia.[30]
[1] Traducibile come: ‘Vogliamo tutti sapere da dove veniamo’.
[2] La domanda era: ”Die Frage nach unserem Standort im Universum scheint Sie nahezu übermächtig zu beschäftigen. Haben Sie schon eine Antwort darauf?”, traducibile come: “La questione della nostra posizione nell’universo sembra preoccuparti in modo quasi opprimente. Hai già una risposta in proposito?”.
La questione della nostra posizione nell'universo sembra preoccuparti in modo quasi schiacciante. Hai già una risposta a questo?
[3] Traduzione mia dell’originale: “Wir sind nur eine etwas fortgeschrittene Brut von Affen auf einem kleinen Planeten, der um einen höchst durchschnittlichen Stern kreist. Aber wir können das Universum verstehen, und das macht aus uns etwas sehr Besonderes.”
[4] Calcoli effettuati sulla base del modello Lambda-CDM. Per approfondimenti suggerisco: https://amslaurea.unibo.it/19139/1/Introduzione%20al%20modello%20cosmologico%20Lambda-CDM.pdf
[5] ‘Cieli immensi’ in lingua hawaiana.
[6] I pianeti del sistema solare cominciarono a formarsi circa 4,54 miliardi di anni fa (Dalrymple, 1991).
[7] Come la vita si sia formata, originando cellule a partire dai composti inorganici presenti nelle acque primordiali, resta uno tra i più affascinanti quesiti ancora inspiegati dalla scienza.
[8] Per approfondimenti suggerisco:
https://spiegato.com/che-cose-la-classificazione-biologica
https://www.britannica.com/science/taxon
https://bio.libretexts.org/Bookshelves/Introductory_and_General_Biology/Introductory_Biology_(CK-12)/12%3A_Vertebrates/12.34%3A_Mammal_Classification
https://web.archive.org/web/20150402150257/http://protistology.ifmo.ru/num7_4/luketa_protistology_7-4.pdf
[9] Attualmente la scienza ha evidenze che cinque grandi estinzioni di massa abbiano condotto quasi all’estinzione la vita sul nostro pianeta. Per approfondimenti, suggerisco: https://www.nationalgeographic.com/science/article/mass-extinction
[10] Per approfondimenti, suggerisco: https://www.britannica.com/animal/Amniota
[11] Per approfondimenti, suggerisco: http://tolweb.org/tree?group=Diapsida&contgroup=Amniota
[12] Per approfondimenti, suggerisco: https://spiegato.com/cosa-sono-i-sinapsidi
[13] Per approfondimenti, suggerisco: https://www.britannica.com/animal/therapsid
[14] Uno dei sei periodi dell’era geologica detta Paleozoico.
Per approfondimenti sulle ere geologiche, suggerisco: https://www.treccani.it/enciclopedia/ere-geologiche_%28Enciclopedia-Italiana%29/
[15] La terza delle grandi estinzioni di massa.
[16] Per approfondimenti, suggerisco: https://web.archive.org/web/20060313151442/http://www.palaeos.com/Vertebrates/Units/410Cynodontia/410.000.html
[17] Uno dei tre periodi dell’era geologica detta Mesozioco.
[18] Per approfondimenti, suggerisco: https://www.thoughtco.com/what-is-a-hominin-reassessment-171252
[19] Si noti che è attualmente in corso un dibattito nel mondo paleoantropologico riguardo a questa datazione. Alcuni reperti rinvenuti in Marocco, databili a circa 300 mila anni fa, rappresenterebbero secondo alcuni esperti (ad esempio Steve Brusatte) i primi esemplari ascrivibili ad homo sapiens. Secondo altri studiosi (ad esempio Giorgio Manzi), il fatto che differiscano in un dettaglio assai rilevante – la forma della calotta cranica - dagli esseri umani moderni, li rende una specie diversa.
Per approfondimenti, suggerisco:
- (min. c.ca 08:15-10:38) https://youtu.be/2P9S6CKW08o?si=09xg7x5eCmQrGkMj
- https://oggiscienza.it/2017/06/13/homo-sapiens-fossili-jebel-irhoud/index.html
- Meneganzin, A.; Pievani, T. & Manzi G. (2022). Pan-Africanism vs. single-origin of Homo sapiens: Putting the debate in the light of evolutionary biology. Evolutionary Anthropology, 31(4), pp.: 199-212.
[20] Per approfondimenti, suggerisco: https://ilbolive.unipd.it/it/news/ibridazioni-ridisegnano-lalbero-dellevoluzione
[21] Alcuni studi sembrano suggerire una sopravvivenza di Homo neanderthalensis fino a 30-15 mila anni fa (Duarte et al., 1999).
[22] La linea di demarcazione fra Preistoria e Storia o, ancora meglio, fra Preistoria, Protostoria e Storia, non è del tutto netta, e non può esserlo, poiché essa è stabilita per convenzione, sulla base di una serie di elementi, acquisizioni e testimonianze di rivoluzioni che non sono apparse dal nulla, bensì come naturale evoluzione di pratiche, tecnologie e comportamenti che hanno trovato il loro sviluppo in decine, centinaia, a volte migliaia di anni. Le linee di demarcazione nelle scienze che riguardano l’essere umano nella sua storia, comportamenti e acquisizione, sono convenzioni con finalità accademiche; non sapere ciò, può ingenerare nel lettore l’illusione che esistano dei ‘prima’ e ‘dopo’ netti e che certe conoscenze, abilità, credi e tecniche, siano sorti dal nulla. Questa idea diventa terreno fertile per le pseudoscienze.
Per approfondimenti sul metodo storico, suggerisco: https://www.treccani.it/enciclopedia/metodologia-della-ricerca-storica_(Dizionario-di-Storia)/
[23] Per approfondimenti in merito ai falsi ricordi, suggerisco:
Roediger, H. L. & McDermott, K. B. (1995). Creating false memories: Remembering words not presented in lists. Journal of Experimental Psychology: Learning, Memory, and Cognition, 21, pp. 803–814.
[24] Vedi in particolare pp. 113-116.
[25] Vedi in particolare p. 761: https://archive.org/details/oxfordcompaniont0000unse_x4u7/page/760/mode/2up?q=Writing+introduction
[26] Collegamento: https://archive.org/details/pennsylvanianinv128john/mode/2up
[27] Collegamento: http://www.geology.cz/bulletin/fulltext/1442_Lerosey-Aubril.pdf
[28] Collegamento: https://www.aanda.org/articles/aa/pdf/2020/09/aa33910-18.pdf
[29] Pubblicato in rete il 16/10/1988, h.13:00. Collegamento: https://www.spiegel.de/politik/wir-alle-wollen-wissen-woher-wir-kommen-a-907a4c36-0002-0001-0000-000013542088?context=issue
[30] Collegamento: https://www.worldhistory.org/article/1886/origins-of-world-agriculture/
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