- Femminicidio
Il termine ‘femminicidio’ è la deformazione del neologismo ‘femmicidio’[1], mutuato dall’inglese ‘femicide’, il cui uso in ambito legale è attestato già nel 1801, ad indicare genericamente tutti gli omicidi con una donna per vittima. Esso compare una seconda volta nel 1848, all’interno del Wharton’s Law Lexicon (Russell e Harmes, 2001). Il suo uso con significato meno generico, avviene nel 1976, ad opera di Diana E. H. Russell (Dawson e Mobayed Vega, 2023).
A tal proposito, scrive Russell: “La prima volta che il termine femminicidio è stato usato in pubblico nell’era moderna è stato quando ho testimoniato su questi letali crimini misogini presso il Tribunale internazionale sui crimini contro le donne a Bruxelles, in Belgio, nel 1976. […] Dobbiamo renderci conto che molti omicidi sono in realtà femmicidi. Dobbiamo riconoscere la politica sessuale dell'omicidio. Dal rogo delle streghe nel passato, alla più recente diffusa pratica dell’infanticidio femminile in molte società, all'uccisione di donne per ‘onore’, ci rendiamo conto che il femmicidio è in atto da molto tempo. Ma poiché coinvolge solo donne, non esisteva un nome per questo prima che il termine femmicidio fosse coniato.”[2] (2012)
Addentriamoci ora nelle definizioni più moderne del termine. Stela Nazareth Menghel e colleghi scrivono: “Il femminicidio è stato definito come l’omicidio di donne dovuto al fatto di essere donne, un tipo di crimine definito da Diana Russel[3] come terrorismo sessuale, un meccanismo sociale volto a tenere le donne sotto controllo, in una manifestazione pubblica maschile di potere.[4]”[5] (2017, p. 2964)
Per Diana Russell e Jill Radford (1992) il femminicidio è tale quando la morte di una donna è intenzionale, violenta e perpetrata principalmente a causa del suo sesso, mentre per Julia Monárrez Fragoso (2002) esso è la conseguenza della percezione, da parte di chi lo commette, della non corretta aderenza al ruolo di genere [6]di chi lo subisce.
Secondo l’A.C.U.N.S.[7], il femminicidio comprende: “tra gli altri, l’omicidio di donne a seguito di violenza da parte del partner, la tortura e l’uccisione misogina di donne, l’uccisione di donne e ragazze in nome dell’<<onore>>; l’uccisione mirata di donne e ragazze nel contesto di conflitti armati, omicidi di donne legati alla dote, omicidi di donne e ragazze a causa del loro orientamento sessuale e della loro identità di genere, infanticidio femminile e feticidio basato sulla selezione del sesso basata sul genere, femminicidio legato alla mutilazione genitale e altri femminicidi legati a bande criminali, criminalità organizzata, traffico di esseri umani e proliferazione delle armi leggere.” [8] (2012, p.1)
Il Senato della Repubblica italiana (XVII legislatura)[9] estende il concetto: “Il concetto di femminicidio comprende, infatti, non solo l’uccisione di una donna in quanto donna (femmicidio), ma ogni atto violento o minaccia di violenza esercitato nel confronti di una donna in quanto donna, in ambito pubblico o privato, che provochi o possa provocare un danno fisico, sessuale o psicologico o sofferenza alla donna. L’uccisione della donna è quindi solo una delle sue estreme conseguenze, l’espressione più drammatica della diseguaglianza esistente nella nostra società.” (2012, p. 3)
- Patriarcato
Il concetto di femminicidio viene strettamente correlato a quello di ‘patriarcato’, che incita, secondo Dawson e Mobayed Vega (op. cit.) gli uomini a mostrare la propria mascolinità agli altri uomini attraverso la violenza sulle donne.
Col termine ‘patriarcato’, in antropologia ci si riferisce ad un sistema sociale nel quale il controllo dell’autorità pubblica e privata sono appannaggio dei maschi[10] più anziani di un gruppo (Treccani, s.d.). Allan J. Johnson (2005) ritiene che le società patriarcali promuovano il privilegio maschile - essendo dominate, identificate e centrate sull’uomo - e contemporaneamente l’oppressione femminile. Esse ruoterebbero attorno al controllo, e riguarderebbero non tanto il rapporto uomo-donna, ma il rapporto tra uomini, che attraverso il controllo si difenderebbero dalla paura di perdere ciò che hanno e di essere umiliati per mano di altri uomini.
Mary Becker (1999) osserva che nelle società patriarcali, insieme alle femmine sono oppressi anche i maschi[11] di ogni età che sono ‘diversi’, considerati deboli poiché non mostrano tratti ipermascolini. La sua osservazione non è però tenuta in alcun conto da una corrente del femminismo detta ‘misandrica’, secondo la quale tutti i maschi sono privilegiati e colpevoli per il solo fatto di essere maschi[12]: colpa questa che andrebbe espiata in ogni modo possibile (Crepaldi, 2022).
Lo stesso aggettivo ‘misandrico’ è considerato dagli appartenenti (maschi[13] e femmine) a questa corrente come inappropriato poiché, mentre i maschi odierebbero le donne a causa del loro retaggio patriarcale, le femmine odierebbero i maschi solo come risposta al fatto di essere oppresse; secondo tale logica le donne che commettono omicidio o infanticidio, andrebbero difese e compatite: di fatto maschi e femmine sarebbero marionette inermi di un destino, del quale i maschi si devono scusare per quello che non fanno e le femmine non si debbano scusare per quello che fanno (ivi).
Uno dei prodotti di questa narrazione, portata avanti da un gruppo minoritario ma molto presente in rete e sui canali social, e quindi capace di dettare la direzione della narrazione generale, è che i mass media, invece di tenere conto delle sofferenze sia femminili che maschili, diano risalto alle prime e tendano ad ignorare le seconde (ivi).
- Statistiche
I dati Istat[14] (2023a) rivelano che allo 01/01/2023 risultavano residenti in Italia 58.850.717 persone, di cui 28.749.359 maschi e 30.101.358 femmine. Sempre tramite Istat (2023b) apprendiamo che nell’anno 2022 sono avvenuti 322 omicidi, di cui 196 uomini e 126 donne. Di queste ultime si stima che 106 siano state vittima di femminicidio. Sappiamo inoltre che, nei casi in cui si è scoperto l’autore di un omicidio a carico di un donna, nel 92,7% dei casi esso era un uomo[15], così come nel 94,4% dei casi in cui la vittima sia un uomo: in pratica gli uomini uccidono più uomini che donne.
Grazie a questi dati, possiamo calcolare che la proporzione di omicidi sul totale della popolazione residente nell’arco dell’anno 2022 è di circa lo 0,00054715%. Possiamo inoltre calcolare la proporzione di vittime maschili in rapporto alla popolazione maschile (0,00068175%) e quella di vittime femminili in rapporto alla popolazione femminile (0,00041859%).
Possiamo infine ricavare forse il dato per noi più interessante, ossia la proporzione delle vittime di femminicidio rispetto alla popolazione femminile, che risulta essere dello 0,00035214%. Non sono sfortunatamente riuscito a reperire dati in merito agli omicidi di maschi in quanto maschi. Inoltre, se ipotizziamo che la stima riguardante il sesso degli autori di omicidio con vittima di sesso femminile sia pressoché uguale a quella riguardante gli autori di femminicidio, e supponiamo che ogni femminicidio sia stato compiuto da un soggetto differente, ci risulteranno circa 98 maschi colpevoli di femminicidio, lo 0,00034179% della popolazione maschile[16].
Se ci rifacciamo alla già citata definizione basale di femmicidio di Nazareth Menghel e colleghi (op. cit.), inteso come ‘omicidio di donne dovuto al fatto di essere donne’, possiamo notare che, sebbene dal punto di vista umano ogni perdita di vita umana a causa di un omicidio possa essere vissuta con rammarico, dal punto di vista statistico la sua percentuale all’interno della società italiana è talmente bassa da essere trascurabile, così come quella dei maschi che hanno compiuto tale esecrabile atto.
Se ci rifacciamo alla ben più ampia definizione del precedentemente citato disegno di legge N. 724 del Senato della Repubblica (op. cit.), che vede il femminicidio essenzialmente come ‘qualsiasi atto violento o minaccia che provochi danno o sofferenza alla donna’, è opportuno indagare, oltre alle statistiche sugli omicidi, anche quelle sulle violenze sessuali.
Un comunicato stampa Istat, pubblicato il 13 febbraio 2018 (con riferimento agli anni 2015-2016), stima che, nell’arco dei tre anni precedenti alla pubblicazione dello stesso, 3.118.000[17] donne siano state vittime di una qualche forma di molestia sessuale.
Questo comunicato è importante, perché fa riferimento al primo lavoro statistico che tenesse conto anche delle violenze sugli uomini: 1.274.000[18] uomini sono stati vittime di molestie sessuali nello stesso periodo. Nel medesimo comunicato si sottolinea come la percezione della gravità delle molestie fisiche subite sia molto diversa a seconda del genere: solo il 47,2% degli uomini che le hanno subite le considera mediamente o abbastanza gravi, a fronte del 76,4% delle donne.
Ciò accade probabilmente perché anche gli uomini hanno interiorizzato lo stereotipo sociale per cui l’uomo è sempre cattivo e carnefice e la donna sempre buona ed incapace di fare del male. In ogni caso, quand’anche un uomo vittima di molestie si percepisse come tale e denunciasse la sua condizione, non potrebbe rivolgersi per supporto ai Centri Antiviolenza i quali, per legge, possono accogliere solo donne, con l’ulteriore rischio di dare anche alle forze dell’ordine l’idea di un’incidenza più bassa di quella reale di tale fenomeno (Crepaldi, op. cit.).
Riassumendo i dati, potremmo affermare che nel periodo 2015-2018 il 15,4% della popolazione femminile ed il 6,4% di quella maschile è stata vittima di una qualche forma di molestia sessuale, quindi circa il 5,13% di donne ed il 2,13% di uomini per anno. Potremmo inoltre affermare che nel corso dell’anno 2022, lo 0,00068175% dei maschi ed lo 0,00041859% delle femmine siano stati assassinati; tra le donne uccise, le vittime di femminicidio sarebbero lo 0,00035214% della popolazione femminile totale.
- Riflessioni
Sia che si guardi alla definizione più comune, legata all’uccisione, sia che si accolga la definizione assai più ampia e generalizzata, i numeri che si ricavano non sembrano quelli di una grave emergenza; piuttosto la quantità così bassa unita al così alto interesse mediatico, permettono di scartare l’idea del femminicidio come grave problema italiano, legato ad un patriarcato che, attraverso il controllo su politica e comunicazione, non permetterebbe di trattare tale tema; una condizione del genere comporterebbe anche un numero assai maggiore di femminicidi ma molti probabilmente non verrebbero neppure denunciati, poiché ritenuti parte dell’ordine naturale[19] delle cose.
Con ciò non intendo affermare che la società italiana sia perfettamente egualitaria e non soggetta a stereotipi; a mio parere la nostra Repubblica è una democrazia imperfetta dal punto di vista applicativo della tutela dei diritti e della salvaguardia degli individui, basti pensare a fenomeni come la questione del divario salariale[20] o quel ‘soffitto di cristallo’[21], presente in Italia come in altri paesi occidentali, che farebbe da barriere alla carriera delle donne e di altre categorie di individui oltre un certo livello (Cotter et al., 2001).
Si noti che parlo di ‘individui’, poiché – a mio avviso – le azioni volte al miglioramento della condizione della donna, passano attraverso l’educazione ed il miglioramento della condizione di tutti i cittadini, indipendentemente da sesso biologico, identità di genere, orientamento sessuale, credo religioso e politico, condizioni economiche, salutari e culturali.
- Azioni
Ritengo che il miglioramento delle condizioni passi attraverso il miglioramento delle relazioni di ciascun individuo con se stesso, gli altri ed il mondo. Tale miglioramento, a sua volta si produce con l’insegnamento e l’esempio, e se l’insegnamento dovrebbe essere in primis appannaggio di famiglia e scuola, il classico ‘buon esempio’ dovrebbe essere perpetuato ad opera di tutti.
L’educazione psicologica (in particolare alle emozioni[22] ed al pensiero critico[23]), sessuale, alimentare, civica ed ambientale, tutte portate avanti in maniera teorico/pratica da professionisti del settore coadiuvati da insegnanti, sin dalla più tenera età dei fanciulli, possibilmente completata da corsi destinati agli adulti - in particolare appartenenti a tutte quelle categorie che hanno a che fare coi fanciulli e possono essere viste come guide (genitori, allenatori, e insegnanti di ogni genere e disciplina) - permetterebbe ai ragazzi di imparare a conoscere e rispettare la propria mente ed il proprio corpo [24] e quelli altrui, la società e l’ambiente che li circondano, imparando in contemporanea a ragionare in modo critico sugli stereotipi sociali e su tutte le informazioni dalle quali sono bombardati attraverso la rete (come riconoscere una fake news o distinguere fra gli atteggiamenti propri della pornografia e quelli delle relazioni intime nella realtà, ad esempio).
Più di tutto, essi non andrebbero lasciati fisicamente e mentalmente soli o semplicemente imbottiti di nozioni alle quali si pretende che credano acriticamente. L’essere umano è un animale sociale[25], che necessita più di tutto di presenza reale degli adulti della sua specie che possano guidarlo facendogli sentire la loro presenza e coinvolgendolo come l’essere senziente ed intelligente che è (chiedendogli ad esempio cosa pensa delle cose, cosa crede, cosa vuole, cosa ha capito).
Poiché tutti noi siamo la società, se vogliamo che essa migliori, dobbiamo fare ciascuno la propria parte.
BIBLIOGRAFIA
- Becker, M. (1999). Patriarchy and Inequality: Towards a Substantive Feminism. University of
- Chicago Legal Forum, 1,pp. 21-88.[26]
- Crepaldi, M. (2022). Il fenomeno degli INCEL e la teoria Redpill. Independently published/Ediuni Edizioni. Cagliari.[27]
- Cotter, D. A.; Hermsen, J. M.; Ovadia, S. & Vanneman, R. (2001). The glass ceiling effect. Social forces, 80(2), pp. 655-681.
- Dawson, M. & Mobayed Vega, S. (ed.s). (2023). The Routledge International Handobook of Femicide and Feminicide. Taylor & Francis. Routledge. London.
- Johnson, A. G. (2005). The Gendere Knot: Unravelling our Patriarchal legacy. Temple University Press. Philadelphia.[28]
- Monárrez Fragoso, J. E. (2002). Femicídio sexual serial en Ciudad Juárez 1993-2001. Debate Feminista, 13(25), pp. 279-305.[29]
- Nanda, S. (1999). Neither Man nor Woman: The Hijras of India. (2nd ed.).Wadsworth. Belmont.
- Nazareth Meneghel, S.; Rocha da Rosa, B. A.; Flores Ceccon, R.; Hirakata, V. N. & Meneghel Danilevicz, I. (2017). Feminicídios: estudo em capitais e municípios brasileiros de grande porte populacional. Ciência & Saúde Coletiva. 22, pp. 2963 - 2970 [30]
- Radford, J. & Russell, D. E. H. (1992). Femicide: The politics of women killing. Twayne. New York.’
- Russell, D. E. H. & Harmes, R. A. (ed.s). (2001). Femicide in global perspective. Teachers College Press. New York.
SITOGRAFIA
- C.U.N.S. (2012). Report on the Symposium on Femicide. 26 November 2012. United Nations in Vienna. Vienna Laison Office. pp. 1-5.[31]
- Il Fatto Quotidiano (2023). Attualità, 19 Novembre 2023: Giulia Ceccherin uccisa, Piero Pelù: “Mi vergono di essere uomo”. Clerici: “Quel bravo ragazzo ‘merita tutto il male possibile’.[32]
- Istat (2018). Comunicato Stampa: Le molestie e i ricatti sessuali sul lavoro.[33]
- Istat (2023a). Demografia in cifre: Popolazione residente per sesso, età e stato civile al 1° gennaio 2023.[34]
- Istat (2023b). Comunicato Stampa: Le vittime di omicidio – Anno 2022.[35]
- Russell, D. E. H. (2012). Defining Femicide: A Global Issue that demands action. Speech given at the U.N. Symposium on Femicide. United Nations in Vienna. Vienna Laison Office.[36]
- Senato della Repubblica, XVII legislatura (2013). Disegno di legge N. 724: Disposizioni per la promozione della soggettività femminile e per il contrasto al femminicidio. Comunicato alla presidenza il 29 maggio 2013.[37]
- Treccani (s.d.). Patriarcato.[38]
[1] In questo lavoro i termini ‘femminicidio’ e ‘femmicidio’, essendo sinonimi, sono intesi ed usati in maniera del tutto intercambiabile, preferendo semmai il secondo nelle traduzioni dall’inglese.
[2] Traduzione mia dell’originale: “The first time that the term femicide was used in public in the modern age was when I testified about these lethal misogynist crimes at the International Tribunal on Crimes Against Women in Brussels, Belgium in 1976. […] We must realize that a lot of homicide is in fact femicide. We must recognize the sexual politics of murder. From the burning of witches in the past, to the more recent widespread custom of female infanticide in many societies, to the killing of women for "honor," we realize that femicide has been going on a long time. But since it involves mere females, there was no name for it before the term femicide was coined.”
[3] Il cognome corretto è ‘Russell’ ed il riferimento è al lavoro ‘Radford, J. & Russell, D. E. H. (1992). Femicide: The politics of women killing. Twayne. New York.’
[4] Il riferimento qui è al lavoro ‘Pasinato, W. (2011). Femincídios e as morts de mulheres no Brasil. Cadernos Pagu. 37, pp. 219-246. Collegamento: https://www.scielo.br/j/cpa/a/k9RYCQZhFVgJLhr6sywV7JR/
[5] Traduzione mia dell’originale: “O feminicídio foi conceituado como assassinato de mulheres devido ao fato de serem mulheres, um tipo de crime definido por Diana Russel como terrorismo sexual, um mecanismo social para manter as mulheres sob controle, em uma manisfetação masculina pública de poder.”
[6] Con ‘ruolo di genere’ si intende l’insieme dei comportamenti manifesti di un individuo atti a dimostrare agli altri o a sé stesso il grado con il quale egli appartiene ad un dato genere. (Nanda, 1999). Per approfondimenti, suggerisco: https://materia-grigia.webador.it/1342523_pillole-di-genere
[7] Academic Council on the United Nations System.
[8] Traduzione mia dell’originale: “among others, the murder of women as a result of intimate partner violence, the torture and misogynist slaying of women, the killing of women and girls in the name of “honour”, the targeted killing of women and girls in the context of armed conflict, dowry-related killings of women, the killing of women and girls because of their sexual orientation and gender identity, female infanticide and gender-based sex selection foeticide, genital mutilation related femicide and other femicides connected with gangs, organized crime, human trafficking, and the proliferation of small arms.”
[9] Disegno di legge N. 724: Disposizioni per la promozione della soggettività femminile e per il contrasto al femminicidio, d’iniziativa dei senatori Puglisi, Amati, Fedeli De Petris, Finocchiaro, Giannini, Giarrusso, Granaiola, Lanzillotta, Mussolini, Petraglia, Valentini, Betruzzi, Bianco, Cantini, Casson, Chiti, Cirinnà, Cucca, Cuomo, De Biasi, Di Giorgi, Fabbri, Fattorini, Favero, Fornaro, R. Ghedini, Ginetti, Lo Giudice, Manassero, Margiotta, Mattesini, Maturani, Micheloni, Mirabelli, Moscardelli, Orrù, Padua, Pagliari, Palermo, Parente, Pegorer, Pezzopane, Pignedoli, Pinotti, Pupato, Ricchiuti, Saggese, Sangalli, Santini, Scalia, Sollo, Spilabotte, Tomaselli, E. Ferrare e Lumia.
[10] Nota: in questo testo i termini ‘maschio’ e ‘uomo’ saranno usati in maniera del tutto intercambiabile; così sarà per le loro forme plurali.
[11] Si pensi ai fenomeni ‘hikikomori’ ed ‘incel’ ed a pericolose derive maschiliste quali l’ideologia Redpill e la teoria L.M.S. Per approfondimenti, suggerisco: https://materia-grigia.webador.it/1560544_pillole-di-teoria-l-m-s
[12] Si pensi al commento attribuito a Piero Pelù da Il Fatto Quotidiano (2023) in riferimento ad un femminicidio balzato agli onori della cronaca: “Mi vergogno di essere uomo. Siamo tutti da rifare”.
[13] È possibile che dei maschi si facciano portatori di questa narrazione poiché gli uomini tendono a essere meno consci delle donne delle pressioni di genere alle quali sono sottoposti (Crepaldi, 2022).
[14] Istituto nazionale di statistica, ente pubblico di ricerca italiano in materia di censimenti.
[15] Parliamo di tutti i casi di omicidio in cui la vittima è una donna, non solo dei femminicidi.
[16] Un numero così esiguo fa pensare che le problematiche di tali individui siano da ricercarsi nella sfera psicologica, piuttosto che sociale.
[17] Il 15,4% della popolazione femminile residente in Italia in quel periodo.
[18] Il 6,4% della popolazione maschile residente in Italia in quel periodo.
[19] Ricordiamo che nella specie umana la profondissima interconnessione natura-cultura fa sì che non esista mai qualcosa come un ‘ordine naturale’.
[20] Per approfondimenti, si legga ad esempio: https://www.repubblica.it/dossier/economia/affari-e-finanza-live-gender-gap/2023/11/27/news/gender_pay_gap_in_italia_che_cose-421085686/
[21] Per approfondimenti, suggerisco: https://www.treccani.it/vocabolario/soffitto-di-cristallo_res-c2f62b11-89ec-11e8-a7cb-00271042e8d9_%28Neologismi%29/
[22] Per approfondimenti, suggerisco:
[23] Per approfondimenti, suggerisco: hhttps://materia-grigia.webador.it/1304364_pillole-di-emozionittps://materia-grigia.webador.it/1290835_fallacie-informali-e-dove-trovarle-breve-introduzione-al-pensiero-critico
[24] Per approfondimenti, suggerisco: https://materia-grigia.webador.it/1290859_riunendo-l-indivisibile-verso-una-visione-integrata-della-salute-mentale
[25] Per approfondimenti, suggerisco:
https://materia-grigia.webador.it/1290850_un-animale-naturalmente-culturale-quando-la-psicoterapia-incontra-l-evoluzionismo
https://materia-grigia.webador.it/1474497_una-farfalla-dalle-ali-circonvolute-perche-la-psicoterapia-funziona-sul-cervello
[26] Collegamento: https://chicagounbound.uchicago.edu/cgi/viewcontent.cgi?article=1266&context=uclf
[27] Vedi in particolare pp. 79, 122-125, 129, 134-135.
[28] Vedi in particolare pp. 5 e 28.
[29] Collegamento: https://repositorio.ciem.ucr.ac.cr/bitstream/123456789/59/1/RCIEM045.pdf
[30] Collegamento: https://www.researchgate.net/publication/319945106_Feminicidios_estudo_em_capitais_e_municipios_brasileiros_de_grande_porte_populacional
[31] Collegamento: https://www.dianarussell.com/defining-femicide-.html
[32] Collegamento: https://www.ilfattoquotidiano.it/2023/11/19/giulia-cecchettin-uccisa-piero-pelu-mi-vergono-di-essere-uomo-clerici-quel-bravo-ragazzo-merita-tutto-il-male-possibile/7358273/
[33] Collegamento: https://www.istat.it/it/archivio/209107
[34] Collegamento: https://demo.istat.it/app/?i=POS&l=it
[35] Collegamento: https://www.istat.it/it/archivio/291266
[36] Collegamento: https://www.dianarussell.com/defining-femicide-.html
[37] Collegamento: https://www.senato.it/service/PDF/PDFServer/BGT/00703056.pdf
[38] Collegamento: https://www.treccani.it/enciclopedia/patriarcato/
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