Di logica e suini: Del maiale e delle fallacie non si butta via niente

Pubblicato il 13 febbraio 2024 alle ore 15:18

 

 

  1. MAIALI: UNA PREMESSA

 

Da millenni nel parlare comune occidentale sono presenti accostamenti fra uomini e maiali[1], di solito per ragioni poco lusinghiere. Pensiamo al tono spregiativo col quale vengono pronunziati termini come ‘porco’, ‘maiale’, ‘tròia’, al di fuori dell’ambito zootecnico, di solito in riferimento a persone ritenute troppo grasse, ingorde, sporche, oziose (Treccani, s.d., voce ‘porco’) o, per così dire, di facili costumi (ivi, voce ‘tròia’).

 

La letteratura, non è stata da meno, indipendentemente dai generi. Ad esempio, nel celebre romanzo d’avventura ‘Il mondo perduto’ (The lost world), il professor George Edward Challenger così presenta il giornalista Edward Malone a sua moglie: “è il signor Malone, un mangiatore di carogne, come tutti i suoi simili – porcus ex grege diaboli – un maiale della mandria del diavolo. Questo è tutto, Malone”[2] (Doyle, 1912, p. 35)

 

A questa immagine di maiale come mangiatore di rifiuti, associato alla sporcizia, possiamo contrapporre quella data da Orazio. Nell’Epistola IV al poeta Albio Tibullo, egli si definisce un ‘porco del gregge epicureo’, per sottolineare in modo caricaturale il suo essere attaccato ai piaceri terreni[3]: “E da’ un’occhiata a me, quando hai voglia di farti buon sangue, del gregge epicurèo netto lucido e grasso maiale.”[4] (Quinto Orazio Flacco, 1939, p. 253)

 

Ancora, il maiale viene associato alla cupidigia. Nel romanzo fantastico del 1945 ‘La Fattoria degli animali’ (Animal farm) di George Orwell, le creature abitanti una fattoria inglese, stanche di sfruttamenti e vessazioni da parte del fattore, lo scacciano, guidate da alcuni maiali, e cominciano ad autogestire il loro piccolo mondo. Lentamente ma inesorabilmente i maiali conquistano il potere ed istaurano un regime dittatoriale, prendono accordi con dei fattori locali e ne assumono gesti, abitudini e postura.

 

Nel passaggio finale, gli animali, spiando dalla finestra della stanza dove si riuniscono i maiali, li vedono giocare a carte coi fattori e: “Non c’era più dubbio, ormai, su cosa fosse successo alle facce dei maiali. Le creature all’esterno guardavano da maiale a uomo, e da uomo a maiale, e ancora da maiale a uomo; ma era già impossibile dire quale fosse quale.”[5] (Orwell, 2009, pp.112-113)

 

In fine, esso viene associato ad immagini di natura erotica, spesso collegate ad energie sovrannaturali. Ne ‘Il Maestro e Margherita’ di Michail Bulgakov, assistiamo alla scena surreale nella quale la protagonista femminile, tramutatasi in strega per mezzo di una crema donatale dal Diavolo, lungo il suo itinerario in volo a cavalcioni di una scopa, si imbatte in una donna che cavalca un grosso maiale volante: scoprirà trattarsi della sua cameriera, la quale ha usato la stessa crema per cospargere sé ed in suo focoso amante.

 

Bulgakov scrive: “Completamente nuda, con i capelli arruffati al vento, volava a cavalcioni di un grasso maiale, che stringeva una valigetta tra gli zoccoli anteriori e batteva furiosamente l’aria con quelli posteriori. Un pince-nez, che era caduto dal naso del maiale, brillava di tanto in tanto alla luce della luna mentre pendeva da una corda al fianco del maiale, e un cappello continuava a cadere sugli occhi del maiale. Dopo aver osservato bene, Margherita si rese conto che il maiale era Nikolaj Ivanovic” [6] ( 1996, pp. 207-208)

 

Ne ‘Infernalia’, primo libro dell’antologia horror di Clive Barker ‘Books of Blood’, pubblicata in sei volumi nel corso degli anni 1984-1985, è presente il racconto ‘Mai dire maiale’ (Pig Blood Blues), nel quale un ex poliziotto di nome Redman, lavorando all’interno di un riformatorio, viene a sapere da uno degli ospiti, Lacey, per il quale egli nutre segretamente dei desideri sessuali, che lo spirito di ragazzo morto da poco si sarebbe reincarnato in una scrofa di un porcile vicino.

 

Indagando su quella che a prima vista sembra solo una sorta di leggenda urbana, il protagonista scopre che i giovani detenuti – e non solo – adorano una immensa scrofa e le tributano sacrifici umani: il prossimo sarebbe stato proprio Lacey. Redman, pur riuscendo a sventare l’uccisione del ragazzo, non può impedire che la scrofa, realmente posseduta, imponga il suo controllo mentale a Lacey, il quale lo divora.

 

Il tema della lussuria può essere ben reso dalle impressioni di Redman quando vede la scrofa per la prima volta: “Un animale affascinante nella sua maniera grossolana, con le sue ciglia bionde ricurve e la delicata peluria sul muso lucido che si inspessiva fino a diventare setole attorno alle orecchie penzolanti, e lo sguardo oleoso e attraente nei suoi occhi marrone scuro. […] La scrofa era bella, dal muso che fiutava al delicato cavatappi della coda, una seduttrice sugli zampetti.”[7] (Barker, 2022, p. 207)

 

Fin qui per lo più abbiamo letto di somiglianze negli atteggiamenti ma vengono ravvisate anche similitudini di natura fisica. Leggiamo ad esempio nel dialogo in treno fra Felix Krull che si finge il Marchese Louis de Venosta ed il paleontologo portoghese Antonio José Kuckuck riguardo all’evoluzione, nell’opera di Thomas Mann ‘Confessioni del cavaliere d’industria Felix Krull’ (Bekenntnisse des Hochstaplers Felix Krull. Der Memoiren erster Teil) pubblicato nel 1954: “ << […] Ma l’essere umano discende dalla scimmia, o almeno è quello che si sente sempre dire?>> <<Caro marchese, diciamo piuttosto che discende dalla Natura e lì ha le sue radici. Non dobbiamo lasciarci troppo accecare dalla sua somiglianza anatomica con le scimmie superiori; si è fatto troppo chiasso a riguardo. Il maiale con i suoi occhietti azzurri, le sue ciglia e la sua pelle ha più qualità umane di qualsiasi scimpanzé: pensi a quanto spesso gli esseri umani nudi ci ricordano i maiali. […]>>”[8] (Mann, 1963, p. 224)

 

 

  1. MAIALI: UNA IPOTESI

 

Viene da chiedersi se il genetista Eugene McCarthy avesse appena letto il libro di Mann, quando formulò l’ipotesi secondo la quale gli esseri umani sarebbero frutto dell’ibridazione tra scimpanzé e maiale: più precisamente, un maschio di sus scrofa[9] si sarebbe incrociato con una femmina del genere pan[10]: gli ibridi risultanti, giunti a maturazione, si sarebbero accoppiati con altri soggetti del genere della madre e così via, fino a diluire geneticamente ma non esteticamente, le tracce dell’incrocio originario.

 

Nell’intervento ‘The hybdrid Hypotesis’[11] (s.d.), pubblicato sul suo sito ‘Macroevolution’, l’autore, che pure fa più volte chiara menzione di essere un genetista, il cui lavoro trentennale si focalizza sul ruolo dell’ibridazione nei processi evolutivi, non produce evidenze di natura genetica a sostegno della sua teoria; egli decide invece di sfatare alcuni falsi miti relativi agli ibridi – ad esempio che gli ibridi siano sempre sterili[12] o che non siano presenti in natura[13] – cose ben note agli addetti ai lavori ed anche a parte dei non addetti, per poi assumere implicitamente – attraverso un salto logico – che praticamente ogni tipo di ibridazione sia possibile[14].

 

McCarthy continua affermando, erroneamente, che sarebbe difficile trovare in un soggetto tacce genetiche di ibridazioni avvenute generazioni addietro[15] e che pertanto la dimostrazione dell’accaduto dovrebbe ricercarsi nelle caratteristiche fisiche della nostra specie. Continua, quindi, elencando una serie di caratteri che renderebbero l’uomo differente da tutti gli altri primati, e lo avvicinerebbero, a partire dalle strutture ossee, ai maiali[16][17]

 

Tra l’altro, quelle che dovrebbero essere dell importanti differenze rispetto agli altri primati e rappresentare invece delle similitudini di tipo morfologico coi maiali, mi fanno supporre che le somiglianze fisiche tra maiali ed umani siano state notate dall’autore comparando la sola razza suina ‘Large White’[18], con gli esseri umani di ‘tipo europoide’[19] secondo una classificazione antropologica ormai obsoleta.

 

Cosa molto più importante da sottolineare è che, quando si cerca di desumere parentele in base al solo aspetto, il rischio è sempre dietro l’angolo.

 

A titolo esemplificativo, riguardo al rischio delle attribuzioni di parentela sulla sola base morfologica, ricordo che qualche volta balzano agli onori delle cronache incroci tra soggetti appartenenti a razze canine diversissime per aspetto e taglia – ad esempio ‘Golden retriever’ e ‘Chihuahua’[20] – ma che, in quanto appartenenti alla stessa specie[21], sono in grado di riprodursi e producono prole fertile.

 

Per fare un esempio più esotico, vale la pena ricordare che all’interno della sottotribù di canini ‘Cerdocyonina’[22] sono presenti il Crisocione[23] e lo Speoto[24], tanto strettamente imparentati geneticamente, quanto dissimili esteticamente (Tedford, Wang e Taylor, 2009).

 

Di segno opposto il rapporto fra due tipi di cosiddette ‘tigri dai denti a sciabola’ da tempo estinte, il genere ‘Smilodon’[25] ed il genere ‘Thylacosmilus’[26], i quali, pur morfologicamente simili, soprattutto a causa dei caratteristi canini ipertrofici[27], appartenevano a due infraclassi diverse della classe dei mammiferi: gli ‘smilodonti’ erano placentati (euteri), i tilacosmili erano marsupiali.

 

Se è vero che all’inizio delle ricerche volte allo studio delle parentele fra organismi, il metodo di classificazione avveniva pressoché totalmente sulla base della somiglianza morfologica (fenetica), l’avvento della genetica ha favorito quello sulla base della distanza temporale dall’ultimo antenato comune (cladistica), fornendo strumenti più accurati e puntuali, tanto da modificare, riscrivere o confermare le vecchie categorie.[28]

 

È la genetica a dare conto delle effettive parentele dei viventi, in modo molto più puntuale e decisamente meno fuorviante delle comparazioni anatomiche, soggette al rischio – comunque sempre decrescente, con il crescere delle conoscenze – di male interpretare come parentele, somiglianze di strutture ed organi, frutto del caso, della convergenza evolutiva[29] e, nel caso degli animali domestici, della selezione umana.

 

A tale proposito, è importante ricordare che la nostra specie, ‘Homo sapiens’, è geneticamente piuttosto omogenea, pertanto – a differenza dei cani[30] – non è divisibile né in razze (Barbujani, 2006), né in sottospecie (Sankar, 2003). Serre e Paabo (2004) hanno evidenziato come le variazioni genetiche all’interno della nostra specie riguardino mutazioni individuali piuttosto che di popolazione; in altre parole, se proprio volessimo suddividere la nostra specie in razze, dovremmo dire che ogni individuo fa razza a sé.

 

La genetica ci svela che l’ultimo antenato comune tra l’ordine dei ‘Cetariotadattili’, al quale appartiene anche la famiglia dei maiali (Suidae) e quello dei ‘Primati’ (quello al quale apparteniamo sia noi che gli scimpanzé) visse tra i 79 ed il 97 milioni di anni fa[31] (Groenen et al., 2012).

 

Nell’Africa di circa 6 milioni di anni fa (più precisamente tra 5 e 7) a partire da un antenato comune, appartenente alla tribù degli ‘Hominini’[32] (ordine dei Primati), cominciarono a separarsi due sottotribù, la cui completa divisione avvenne circa 4 milioni di anni fa: si trattava di ‘Panina’ (gli scimpanzé) e gli ‘Hominina’ (della quale noi siamo l’unica specie sopravvissuta). Sempre in Africa, mentre meno di 3 milioni di anni fa nasceva il genere ‘Homo’ (Brusatte, 2023) dal quale poi la nostra specie (Homo sapiens) sarebbe sorta circa 200 mila anni fa[33] (Pievani, 2018), quasi contemporaneamente, tra 2 e 2.7 milioni di anni fa, all’interno del genere ‘Panina’ si divisero le linee che avrebbero condotto da una parte agli scimpanzé ed dall’altra scimpanzé pigmei (Raaum et al., 2005).

 

Ne consegue che, tralasciando la problematica di come sarebbe potuto avvenire un tale accoppiamento, le distanze genetiche fra i generi avrebbero reso impossibile la procreazione.

 

Per una confutazione più tecnica e dettagliata, resa in chiave sufficientemente umoristica da non stancare troppo il lettore non tecnico, rimando al lavoro di Paul Z. Meyer (2013)[34], mentre mi accingo ad una piccola analisi concettuale del lavoro di McCarthy.

 

 

3. MAIALI: UN’ANALISI

 

Se il lavoro di McCarthy, del quale – per quanto ho potuto constatare – le prime prove di presenza in rete risalgono al 2013[35],  ha raccolto e raccoglie occasionalmente negli anni qualche titolo di giornale non scientifico, qualche commento e la presenza in qualche forum qui e lì nel corso degli anni, a cosa può giovare parlarne?

 

Analizzare  la presentazione dell’ipotesi dell’ibrido può essere utile, a mio parere, ad evidenziare certe modalità comunicative presenti nel lavoro del Dr. McCarthy, come in altri discorsi di persone appartenenti ai più diversi ambiti; tali modalità rischiano di ingenerare confusione anziché chiarezza in chi vi è esposto, col risultato di convincersi della correttezza di una tesi per l’abilità dell’interlocutore piuttosto che per la solidità delle prove. Tratterò pertanto, di seguito, alcuni passaggi che mi sembrano interessanti.

 

La prima cosa da menzionare, la ho in effetti menzionata  precedente in questo articolo: McCarthy è un genetista e si presenta come un esperto di ibridi, eppure non fornisce prove genetiche. Egli, ad esempio, scrive: “Sono un esperto di ibridi e posso assicurarvi che la nostra comprensione dell’ibridazione a livello molecolare è ancora troppo vaga per escludere l’idea di un incrocio tra uno scimpanzé ed un non primate.”[36] (McCarthy, op. cit.)

 

McCarthy ‘ci assicura’, in base alla sua autorità, che qualcosa è come lui dice: la prova in questo caso è data dal fatto che ‘lo ha detto lui’. In questo caso egli incorre in una ‘fallacia logica’[37], cioè una forma di argomento che, pur sembrando corretta, se analizzata con attenzione, non riesce a provare le sue conclusioni che dovrebbe supportare (Copi, 1961).

 

In particolare egli cade nella fallacia da ‘appello all’autorità’[38]; in questo caso la validità del ragionamento non si basa sulle prove ma sul parere espresso da una persona ritenuta autorevole, non necessariamente nello specifico ambito al quale l’affermazione fa riferimento. Una persona può riferirsi a se stessa, come in questo caso o ad altri, con le assunzioni implicite che una persona autorevole non commetta errori[39] e che le parole possano valere quanto e più dei fatti: tali concetti sono ampiamente avversati dalla comunità scientifica[40], che ritiene importanti le prove più di chi le porta. Poiché il genetista è parte della comunità scientifica,  suppongo che ne sia ampiamente a conoscenza.

 

Tale fallacia si ripresenta, per esempio, nel passaggio, in tal caso riferito ad altre autorità: “Molte caratteristiche che distinguono chiaramente gli esseri umani dagli scimpanzé sono state notate da varie autorità nel corso degli anni”[41] (McCarthy, op. cit.)

 

Ciò ci conduce ad un altro problema, l’autore genetista che non fornisce prove genetiche, intende invece fornirne attraverso un elenco di somiglianze anatomiche e funzionali, spesso non rilevanti e spiegabili tra l’altro con fenomeni quali ad esempio la già citata ‘convergenza evolutiva’, e che quindi non sono in alcun modo dirimenti. Ci troviamo in questo caso di fronte al fenomeno delle ‘deboli analogie’: si usano somiglianze ipotetiche e spesso irrilevanti, per cercare di collegare casi differenti[42].  Si pensi che vengono elencate, tra le altre, caratteristiche fisiche come la presenza di occhi chiari, di una lunga spina dorsale, dell’imene e comportamenti come l’attività notturna, la presenza di orgasmo femminile, la dipendenza da alcolici[43].

 

È interessante sottolineare che la scelta di uno scimpanzé come madre è dovuta alla vicinanza genetica fra il genere umano e quello degli scimpanzé, mentre la scelta dell’altro ‘genitore’, il maiale, è avvenuta su basi morfologiche: scegliere le specie non secondo una regola comune ma in base a ciò che pare conveniente a supportare la nostra idea di volta in volta, sembra ricadere nella ‘fallacia dell’evidenza soppressa’[44], un ragionamento che consiste nell’indicare solo i dati che supportano il proprio ragionamento, omettendo gli altri (D’Agostini, 2010). In questo caso si ignora la distanza genetica dal maiale, e la divergenza morfologica dallo scimpanzé; fatto salvo che comunque anche i dati scelti non rappresentano evidenze forti.

 

Un ultimo passaggio che desidero evidenziare, è il seguente: “Prima di tutto, la nozione è presentata rigorosamente come ipotesi. Non viene fatta alcuna affermazione che sia effettivamente un dato di fatto che gli esseri umani in qualche modo siano nati attraverso l'ibridazione di maiali con scimpanzé. Al contrario, i sostenitori dell’idea che gli esseri umani siano strettamente imparentati con le scimmie (e non con i maiali) spesso parlano come se la loro tesi fosse stata dimostrata oltre ogni dubbio”[45] (McCarthy, op. cit.)

 

In questo caso l’autore non si assume la responsabilità della sua ipotesi di lavoro, per poi sostenere implicitamente che chi si assume la responsabilità di sostenere la parentela fra umani e scimmie non abbia portato prove sufficienti[46].

 

In questo caso ci troviamo di fronte alla fallacia detta ‘appello all’ignoranza’, tipica dei discorsi creazionisti[47], negazionisti[48], complottisti[49], e pseudoscientifici[50]: invece di provare le proprie affermazioni, si ricorre all’assenza o alla non conoscenza di prove contrarie. In pratica, l’onere della prova passa all’interlocutore.

 

In buona o in mala fede, questo tipo di fallacie e molte altre, vengono utilizzate ogni giorno nei più diversi ambiti, dalla politica al commercio, passando per le relazioni personali. Fare attenzione a questi ‘malfuzionamenti logici’ ci permette di formare pareri più chiari, in qualsiasi direzione essi vadano, rispetto a noi stessi, gli altri ed il mondo, poiché è la chiarezza e non la confusione a farci crescere.

 

 

BIBLIOGRAFIA

 

  • Barbujani, G. (2006). L’invenzione delle razze: Capire la biodiversità umana. Bompiani, Milano.
  • Barker, C. (2022). Complete Books of Blood. Internet Archive.[51]
  • Brusatte, S. (2023). Ascesa e trionfo dei mammiferi: Dal tramonto del regno dei dinosauri fino a noi. Traduzione italiana dell’originale ‘The rise and reign of the mammals: A new history, from the shadow of the dinosaurs to us’ (2022), a cura di L. Fusari e S. Prencipe. Utet. Torino.
  • Bulgakov, M. (1996). The Master and Margarita. English translation by Diana Burgin and Katherine Tiernan O’ Connor of the original in Russian language (1966). Vintage International. New York.
  • Copi, I. (1961). Introduction to logic. New York. Traduzione italiana: (1964). Introduzione alla logica. Il Mulino. Bologna.
  • Crossman, C. A.; Taylor, E. B. & Barrett-Lennard, L. G. (2016). Hybridization in the Cetacea: widespread occurrence and associated morphological, behavioral, and ecological factors. Ecology and Evolution, 6(5), pp. 1293-1303.[52]
  • D’Agostini, F. (2010). Verità avvelenata. Buoni e cattivi argomenti nel dibattito pubblico. Bollati Boringhieri. Torino.
  • Doyle, A. C. (1912). The lost world. Hodder & Stoughton. New York.[53]
  • Flacco, Q. O. (1939). Le Satire; Le Epistole. Testo latino e traduzione in versi italiani di Ettore Romagnoli. Riedizione delle ‘Satire’ (35 A. C.) e delle ‘Epistole’ (20 A. C.). Zanichelli. Bologna.[54]
  • Groenen, M.; Archibald, A.; Uenishi, H. et al. (2012). Analyses of pig genomes provide insight into porcine demography and evolution, Nature, 491, pp. 393-398.[55]
  • Haldane, J. B. S. (1922). Sex ratio and unisexual sterility in hybrid animals. Journal of Genetics, 12, pp. 101-109.[56]
  • Káldy, J.; Mozsár, A.; Fazekas, G.; Farkas, M.; Fazekas, D. L.; Fazekas, G. L.; Goda, K.; Gyöngy, Z.; Kovács, B.; Semmens, K.; et al. (2020). Hybridization of Russian Sturgeon (Acipenser gueldenstaedtii, Brandt and Ratzeberg, 1833) and American Paddlefish (Polyodon spathula, Walbaum 1972) and evaluation of their progeny. Genes, 11(7), pp. 1-17.[57]
  • Kumar, V.; Lammers, F.; Bidon, T; Pfenningerm M.; Kolter, L.; Nilsson, M. & Janke, A. (2017). The evolutionary history of bears is characterized by gene flow across species. Scientific Reports, 7, pp. 1-10.
  • Lund, P. W. (1842). Blik paa Brasiliens Dyreverden för sidste Jordomvæltning. Copenhagen: Det Kongelige Danske Videnskabernes Selskabs Naturvidenskabelige og Matematiske Afhandlinger, pp. 54-57.
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  • Meik, J. M.; Fontenot, B. E.; Franklin, C. J. & King, C. (2008). Apparent natural hybridization between the Rattlesnakes Crotalus atrox and C. horridus. The Southwestern Naturalist, 53(2), pp. 196-200.
  • Orwell, G. (2009). Animal Farm. Original work 1945. Transaction Publishers. New Brunswick (NJ).
  • Pievani, T. (2018). Atlante dell’evoluzione umana. Libreria geografica. Novara.
  • Raaum, R. L.; Sterner, K. N.; Noviello, C. M.; Stewart, C. B. & Disotell, T. R. (2005). Catarrhine primate divergence dates estimated from complete mitochondrial genomes: Concordance with fossil and nuclear DNA evidence. Journal of Human Evolution, 48(3), pp. 237-257.
  • Riggs, E. S. (1933). Preliminary description of a new marsupial sabertooth from the Pliocene of Argentina. Field Museum of Natural History. Chicago.
  • Saladino, D. (2021). Eating to Extinction: The World’s rarest foods and why we need to save them. Random House. New York.
  • Sankar, P. (2003). Medline definitions of race and ethnicity and their application to genetic research. Nature Genetics, 34(2), pp. 119-119.[59]
  • Serre, D.; Paabo, S. (2004). Evidence for gradients of human genetic diversity within and among continents. Genome Research (14), p1679-1685.[60]
  • Tedford, R. H.; Wang, X. & Taylor, B. E. (2009). Phylogenetic Systematics of the North American fossil Caninae (Carnivora: Canidae). Bullettin of the American Museum of Natural History 325, pp. 1-218.[61]

 

 

SITOGRAFIA

 

  • McCarthty, E. M. (s.d.). The hybrid Hypotesis. Macroevolution.[62]
  • Meyer, P. Z. (2013). The MFAP Hypothesis for the origins of Homo sapiens. Science Blogs.[63]
  • Treccani (s.d.).

 

[1] Si pensi ad esempio al libro X dell’Odissea – in particolare ai versetti 210 e seguenti – che narra la storia dell’approdo della ciurma di Ulisse presso l’isola di Circe, la quale tramute alcuni di essi in maiali. Per approfondimenti, si veda:

https://www.rodoni.ch/busoni/bibliotechina/nuovifiles/odisse_h/testo.htm#decimo

[2] Traduzione mia dell’originale: “Is Mr. Malone, a carrion eater, like all of his kind – porcus ex grege diaboli – a swine from the devil’s herd. That’s. it, Malone”.

[3] Per approfondimenti sul termine ‘epicureo’ si veda: https://www.treccani.it/vocabolario/epicureo/ (in particolare il punto 2).

[4] Traduzione del Ettore Romagnoli dell’originale: “Me pinguem et nitidum bene curata cute vises, cum ridere voles, Epicuri de grege porcum.” (Quinto Orazio Flacco, 1939, p. 252)

[5] Traduzione e adattamento miei dell’originale: “No question, now, what had happened to the faces of the pigs. The creatures outside looked from pig to man, and from man to pig, and from pig to man again; but already it was impossible to say which was which.”

[6] Traduzione mia del passaggio, in lingua inglese: “Completely naked, her tousled hair flying in the wind, she was flying astride a fat hog, who was clutching a briefcase in his front hooves and beating the air furiously with his back ones. A pince-nez, which had fallen off the hog’s nose, gleamed off and on in the moonlight as it dangled from a string at the hog’s side, and a hat kept falling over the hog’s eyes. After taking a good look, Margarita realized that the hog was Nikolai Ivanovich”. A sua volta la traduzione in inglese dall’originale russo del 1966 è ad opera di Diana Burgin e K. Tiernan O’ Connor.

[7] Traduzione mia de: “A  glamorous animal in her gross way, with her curling blonde lashes and the delicate down on her shiny snout that coarsened to bristles around her lolling ears, and the oily, fetching look in her dark brown eyes. […] The sow was beautiful, from her snuffling snout to the delicate corkscrew of her tail, a seductress on trotters.”

[8] Traduzione mia dell’originale: “ << […]  But the human being comes from the ape, or at least that's what one always hears?>>  <<Dear marquis, let us rather say he comes from Nature and has his roots there. We should not be too much blinded by his anatomical similarity to the higher apes; too much fuss has been made about that. We should not be too much blinded by his anatomical similarity to the higher apes; too much fuss has been made about that. The pig with its little blue eyes, its eyelashes, and its skin, has more human qualities than any chimpanzee — think how often naked human beings remind us of swine. […].>>”

[9] Nomenclatura riferita sia al cinghiale che alla sua forma domestica, il maiale (sus scrofa domesticus), ed a questa seconda che l’autore sembra fare riferimento, anche perché l’apostrofa come ‘nomale maiale’ (‘ordinary pig’, in lingua originale). L’autore non specifica la razza del maiale.

[10] Genere che include gli scimpanzé comuni (pan trogoldytes) e gli scimpanzé pigmei (pan paniscus).

[11] Collegamento: https://www.macroevolution.net/human-origins.html

[12] Diversi sono gli episodi di ibridi fertili, di solito appartenenti al sesso omogametico – cioè quello di una specie che presenta cromosomi sessuali uguali – nel caso dei mammiferi (esseri umani compresi) la femmina (col classico XX), secondo la regola di Haldane (1922). Si vedano, ad esempio:

  • https://www.agi.it/cronaca/news/2019-06-15/ligre_tigone_tiligre_incrocio_leone_tigre-5664093/
  • https://academic.oup.com/biolreprod/article/104/3/495/5980946

[13] Le ibridazioni in natura sono, tra gli altri, documentate fra cetacei (Crossman et al., 2016), crotali (Meik et al., 2008), pesci (Káldy et al., 2020) ed orsi (Kumar et al., 2017).

[14] In realtà, esistono limiti legati agli areali in cui sono presenti i soggetti, alle loro  dimensioni, modalità di accoppiamento e, qualora questo avvenisse, alla distanza genetica da un antenato comune facente sì, quando molto ampia, che la fecondazione non possa avvenire.

Per approfondimenti nel mondo animale e vegetale, suggerisco:

  • https://tjmbb.org/it/ibrido-biologia/#Ibridi_in_natura (fattori limitanti)
  • https://www.encyclopedia.com/science/news-wires-white-papers-and-books/hybrids-and-hybridization (Factors limiting Natural Hybridization)
  • https://phys.org/news/2014-03-scientists-factors-limiting-hybridization-closely-related.html

[15] Le analisi genetiche sono invece state in grado di rintracciare la percentuale di DNA neandertaliano presente attualmente nella nostra specie, a causa di ibridazioni avvenute fra le due specie diverse migliaia di anni fa. Si veda, ad esempio:

  • https://ilbolive.unipd.it/it/news/ibridazioni-homo-sapiens-neanderthal-erano
  • https://www.lescienze.it/news/2014/01/29/news/geni_neanderthal_uomo_moderno_mescolamento_ibridi_malattie_sterilit-1987737/

[16] La qual cosa è assai peculiare, considerato che la sua ipotesi si basa sull’incrocio una tantum tra un maiale maschio ed una femmina di scimpanzé, seguito da successivi incroci sempre e solo con scimpanzé, il che avrebbe dovuto far scomparire i caratteri estetici che rimandavano al maiale.

[17] Per un’analisi scientificamente accurata delle similitudini fra uomo e maiale, suggerisco: https://www.science.org.au/curious/people-medicine/similarities-between-humans-and-pigs#:~:text=We%20last%20shared%20a%20common%20ancestor%20with%20pigs,potential%20hidden%20evolutionary%20link%20between%20pigs%20and%20primates

[18] Tale razza, nata in Inghilterra nel 1868 e divenuta in breve di enorme successo commerciale in tutto il mondo, è così chiamata a causa delle grosse dimensioni e della pelle bianca (Saladino, 2021). In realtà il colore della pelle è roseo. Si veda ad esempio: https://it.wikipedia.org/wiki/Large_White#/media/File:Truie-large-white.JPG

[19] Anche detti ‘caucasoidi’, ‘caucasici’ o, più comunemente, ‘bianchi’.

[20] Per approfondimenti: https://www.bubblypet.com/golden-chi-golden-retriever-chihuahua-mix/

[21] ‘Canis lupus familiaris’, forma neotenica del lupo grigio (canis lupus). Per approfondimenti, suggerisco:  https://ilbolive.unipd.it/it/news/lupi-cani-umani-storia-millenaria-ricostruire

[22] Comprendente undici specie di canidi sudamericani.

[23] Vedasi foto: https://it.wikipedia.org/wiki/Chrysocyon_brachyurus#/media/File:Maehnenwolf_Chrysocyon_brachyurus_Tierpark_Hellabrunn-3.jpg

[24] Vedasi foto: https://it.wikipedia.org/wiki/Speothos_venaticus#/media/File:Chien_des_buissons_Safari_de_Peaugres_07082017_1_(cropped).jpg

[25] Genere di mammiferi euteri feliformi estinti, descritti da Lund (1842).

[26] Genere di mammiferi metateri sparassodonti estinti, descritti da Riggs (1933)

[27] Si raffontino, a titolo comparativo, le immagini disponibili attraverso i seguenti collegamenti:

  • Thylacosmilus: https://it.wikipedia.org/wiki/Thylacosmilus#/media/File:Thylacosmilus_atrox_Skeletal_Reconstruction.png
  • Smilodon: https://it.wikipedia.org/wiki/Smilodon#/media/File:Smilodon_populator_Skeletal.png

[28] Per approfondimenti, suggerisco: https://it.strephonsays.com/phenetics-and-cladistics-3361

[29] Per approfondimenti, suggerisco:

  • https://www.biopills.net/evoluzione-convergente/
  • https://www.greelane.com/it/scienza-tecnologia-matematica/animali--natura/amazing-examples-of-convergent-evolution-4108940/

[30] Le differenti etnie umane non presentano di solito specifici pattern genetici riconoscibili, come invece avviene per le razze canine. Per approfondimenti, suggerisco:

  • https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC3559126/
  • https://www.americanscientist.org/article/genetics-and-the-shape-of-dogs

[31] Per verificare le distanze genetiche fra i vari taxa animali, suggerisco: http://www.timetree.net

[32] Per approfondimenti, suggerisco: https://www.thoughtco.com/what-is-a-hominin-reassessment-171252

[33] Per approfondimenti, suggerisco: https://materia-grigia.webador.it/1527122_riflessioni-vogliamo-tutti-sapere

[34] Per una riflessione più marcatamente ironica, suggerisco: https://www.theguardian.com/science/occams-corner/2013/dec/04/theory-chimps-pigs-hybridisation

[35] Sfortunatamente non riesco a reperire la data di pubblicazione sul sito, così mi attengo alle date di alcuni articoli al riguardo, ed i più vecchi risalgono al 2013:

  • https://www.dailymail.co.uk/sciencetech/article-2515969/Humans-evolved-female-chimpanzee-mated-pig-Extraordinary-claim-American-geneticist.html
  • https://www.patheos.com/blogs/geneveith/2013/12/man-as-hybrid-of-chimp-and-pig/
  • https://www.news.com.au/technology/science/leading-geneticist-dr-eugene-mccarthy-claims-humans-descended-from-sex-between-chimp-and-pig/news-story/4ce8ab13db14897d0a8ea1b81e6b09ab

[36] Traduzione mia del passaggio nel paragrafo ‘Traits distinguishing humans from other primates’: “I’m an expert on hybrids and I can assure you that our understanding of hybridization at the molecular level is still far too vague to rule out the idea of a chimpanzee crossing with a nonprimate.”

[37] Per apporfondimenti suggerisco:

  • https://materia-grigia.webador.it/1290835_fallacie-informali-e-dove-trovarle-breve-introduzione-al-pensiero-critico
  • https://www.academia.edu/es/2201310/SCHEDA_SULLE_FALLACIE

[38] Per approfondimenti, suggerisco: https://www.cicap.org/n/articolo.php?id=274550

[39] In realtà, in quanto esseri umani, anche le persone autorevoli commettono errori che – tra l’altro – quando riconosciuti, sono alla base del progresso, perché permettono di migliorarsi, anche e soprattutto quando esprimono pareri al di fuori del proprio campo di competenza. Per approfondimenti, suggerisco:: https://laprovinciapavese.gelocal.it/tempo-libero/2018/04/18/news/indiscienza-al-collegio-ghislieri-1.16731213

[40] Per approfondimenti, suggerisco: http://archivio.torinoscienza.it/dossier/nella_scienza_non_vale_il_principio_d_autorita_3114.html

[41] Traduzione mia dell’originale: “Many characteristics that clearly distinguish humans from chimps have been noted by various authorities over the years.”

[42] Per approfondimenti, suggerisco: https://voltamusicawards.com/it/lerrore-della-falsa-analogia-definizione-ed-esempi/

[43] Per l’elenco completo, si veda: https://www.macroevolution.net/human-origins-2.html

[44] Questa fallacia è più comunemente nota con l’inglese ‘cherry picking’ (raccolta di ciliegie). Per approfondimenti, suggerisco: https://www.giuliomerlini.it/blog/il-cherry-picking-che-cose-bias/

[45] Traduzione mia del passaggio (sezione The Other Parent): “First of all, the notion is set forward strictly as a hypothesis. No claim whatever is made that it is actually a fact that humans somehow arose through hybridization of pigs with chimpanzees. In contrast, proponents of the idea that humans are closely related to apes (and not to pigs) often speak as if their case has been proved beyond doubt.”

[46] In realtà, che gli esseri umani non solo siano imparenti con le scimmie ma che siano scimmie, è ampiamente dimostrato dalle evidenze genetiche e morfologiche. Per approfondimenti, suggerisco:

  • https://www.focusjunior.it/scienza/esiste-la-prova-che-discendiamo-dalle-scimmie/
  • https://www.youtube.com/watch?v=nXeU7-rDMko&list=PL4S9zsa0oucyJoB65zEeRD5hajrmfKcGP
  • https://www.youtube.com/watch?v=GT7pWDCYViY&list=PLourCnYK9p3KBYVlD-VfGEPjVYTt7omfQ&index=2
  • https://humanorigins.si.edu/education/how-do-we-know/how-do-we-know-humans-are-primates
  • https://media.mimesi.com/cacheServer/servlet/CropServer?date=20201127&idArticle=522660489&idFolder=8274&idChapter=44021&authCookie=1406219769
  • https://www.smithsonianmag.com/smart-news/what-the-largest-ever-study-of-primate-dna-reveals-about-ourselves-180982301/

[47] Onde evidenziare questa fallacia in ambito creazionista, nel 2005 Bobby Henderson fondò il movimento pastafariano. Per approfondimenti, suggerisco: https://www.vice.com/it/article/xdenva/interviste-pastafariani-italiani

[48] Per approfondimenti, suggerisco:

https://fondazionefeltrinelli.it/negazionismo-le-tentazioni-del-negazionismo/

https://www.lanotteonline.it/2020/10/14/il-negazionismo-e-i-social-la-rete-antisemita-che-zuckerberg-ha-deciso-di-vietare/

[49] Per approfondimenti sulla psicologia del complottismo, suggerisco:

https://www.paolotuttotroppo.it/la-logica-schiaccia-complotti/

https://www.chiaraventuri.it/complottismo-psicologia-complottista/

https://www.youtube.com/watch?v=bjouACOL9Ac

[50] Per approfondimenti, suggerisco: https://www.cicap.org/n/articolo.php?id=274592

[51] Collegamento: https://archive.org/details/complete-books-of-blood-clive-barker/mode/2up

[52] Collegamento: https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC4775523/

[53] Collegamento: https://archive.org/details/lostworld00doyluoft/mode/2up

[54] Collegamento: https://archive.org/details/orazio-satire-epistole-romagnoli/mode/2up

[55] Collegamento: https://www.nature.com/articles/nature11622.pdf

[56] Collegameto: https://www.ias.ac.in/article/fulltext/jgen/012/02/0101-0109

[57] Collegamento: https://www.mdpi.com/2073-4425/11/7/753

[58] Collegamento: https://archive.org/details/confessionsoffel1963mann/mode/2up?view=theater

[59] Collegamento: https://www.nature.com/articles/ng0603-119

[60] Collegamento: https://www.eva.mpg.de/documents/Cold%20Spring%20Habour%20Laboratory%20Press%20%20CSH%20Press/Serre_Evidence_GenRes_2004_1555601.pdf

[61] Collegamento: https://bioone.org/journals/bulletin-of-the-american-museum-of-natural-history/volume-2009/issue-325/574.1/Phylogenetic-Systematics-of-the-North-American-Fossil-Caninae-Carnivora/10.1206/574.1.full?tab=ArticleLinkReference

[62] Collegamento: https://www.macroevolution.net/index.html

[63] Collegamento: https://scienceblogs.com/pharyngula/2013/07/02/the-mfap-hypothesis-for-the-origins-of-homo-sapiens

[64] Collegamento: https://www.treccani.it/vocabolario/porco/

[65] Collegamento: https://www.treccani.it/vocabolario/troia/


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